Internet non è quella fiera dell'erotismo dipinta da molti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-10-2011]
Lo sdoganamento dei domini XXX a opera dell'ICANN potrebbe portare a pensare che si è trattato soltanto di riconoscere il vero motore di Internet: i siti pornografici.
Tutti sanno che i siti porno sono i più visitati del web, almeno secondo l'opinione comune. Ebbene, stando al neuroscienziato Ogi Ogas (co-autore di A Billion Wicked Thoughts, letteralmente Un miliardo di cattivi pensieri) "ciò che tutti sanno" in realtà non corrisponde al vero.
I dati parlano chiaro: per esempio nel 2010 soltanto il 4% dei siti più popolari (ossia quelli che hanno generato il maggior traffico) era a carattere erotico.
Anche i dati relativi alle ricerche confermano la sostanziale minoranza del porno tra gli argomenti principe del web: tra il luglio 2009 e il luglio 2010 le ricerche di contenuti erotici hanno costituito appena il 13% del totale.
Nonostante i milioni di visitatori che riescono comunque a mettere insieme, secondo Ogas i siti pornografici non sono quella fabbrica di milioni che sarebbero secondo molti; è anche difficile ottenere dati precisi poiché la maggior parte degli operatori è composta da piccole aziende con meno di 10 dipendenti, che non amano rendere pubblici i propri introiti.
Da dove deriva, dunque, l'idea secondo la quale Internet sarebbe il regno dei contenuti erotici? Ogas ritiene che all'inizio dell'esplosione del web, nel 1999, 4 o 5 posizioni nella classifica dei maggiori termini ricercati in Rete fosse a carattere pornografico, poiché a quel tempo c'erano in Internet più uomini che donne, sebbene in percentuale i siti a luci rosse fossero meno di oggi.
C'è da considerare poi - spiega sempre il neuroscienziato - che diverse aziende vivono vendendo filtri per determinati contenuti, primi tra tutti quelli pornografici, e quindi fanno soltanto il proprio gioco quando gonfiano le cifre, dipingendo uno scenario che non ha riscontro nella realtà ma molta presa sull'immaginazione.
È anche in questo modo, probabilmente, che è nato quel luogo comune secondo il quale Internet sarebbe la versione odierna del Vecchio West.
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