Volerà nel 2014 la prima astronauta italiana. Seguite qui il suo addestramento.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-07-2012]
E' stato comunicato ufficialmente che nel 2014 volerà nello spazio Samantha Cristoforetti, che insieme a Luca Parmitano, Andreas Mogensen, Alexander Gerst, Timothy Peake e Thomas Pesquet forma la classe 2009 degli astronauti dell'Agenzia Spaziale Europea. Partirà il 30 novembre e resterà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale per circa sei mesi.
Samantha ha, fra i suoi numerosi talenti, quello di essere una geek blogger molto coinvolgente. Mi ha gentilmente concesso il permesso di ospitare qui la traduzione in italiano dei suoi post, che descrivono l'avventura del suo addestramento e che per ragioni di tempo lei scrive in inglese.
Se volete conoscere da vicino cosa significa prepararsi per vivere nello spazio e vi interessa scoprire tanti dettagli poco noti di questa sfida tecnica e umana internazionale, seguite Samantha in originale (in inglese) nel blog degli astronauti ESA del 2009, via Twitter (@AstroSamantha) e attraverso le sue magnifiche foto su Flickr, oppure in italiano nei post che pubblicherò man mano qui. Qui sotto trovate il primo.
Sopravvivere all'inverno russo
di Samantha Cristoforetti, tradotto e pubblicato con il suo permesso dal post originale in inglese del 30 gennaio 2012. Le parentesi quadre indicano note del traduttore. La parte in corsivo è così anche nell'originale.
Quale, tra le 12 missioni spaziali in programma quest'anno, ritieni che darà i risultati più importanti? | |||||||||||||||||||||||||||
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Il 18 gennaio Thomas [Pesquet] ed io abbiamo preso parte a un programma di addestramento di sopravvivenza di due giorni che è obbligatorio per tutti i membri degli equipaggi Soyuz e serve per dare agli astronauti e ai cosmonauti le competenze e la fiducia che servono per sopravvivere nei climi freddi.
Anche se le squadre di soccorso di solito arrivano al sito di atterraggio della Soyuz ancor prima che la capsula abbia toccato terra nel caso di una discesa che si svolga secondo i piani, un rientro d'emergenza non pianificato può avvenire in qualunque momento durante il volo indipendente o mentre si è attraccati alla Stazione Spaziale Internazionale. Nel caso peggiore può capitare persino durante il decollo a causa di un'avaria del razzo lanciatore.
Questo è il mio tentativo di condividere con voi la nostra esperienza nei boschi intorno a Star City [il centro di addestramento per cosmonauti a circa 180 km da Mosca].
Potrei stare a guardare in eterno la danza ipnotica delle fiamme. Ma il mio turno di veglia notturna di un'ora è finito: è ora di svegliare il mio collega d'equipaggio e cercare di dormire un po'. Mentre Thomas si stiracchia le membra irrigidite dal freddo e dallo spartano giaciglio di foglie e rami, faccio una rapida chiamata via radio per riferire che il nostro equipaggio sta bene. Ieri, durante la nostra prima notte di sopravvivenza, la procedura è stata diversa: bloccati e senza contatti con le squadre di soccorso, facevamo tre chiamate di MAYDAY alla cieca allo scoccare di ogni ora a intervalli di due minuti. Procedura ora non più necessaria, dato che siamo stati localizzati!
Ieri notte abbiamo effettuato un contatto simulato con un elicottero di soccorso. Su loro richiesta abbiamo acceso il nostro fuoco di segnalazione e un bengala in modo che potessero definire con precisione la nostra posizione. Come previsto, ci hanno detto che saremmo stati recuperati soltanto l'indomani mattina, e così eccoci qui, nel nostro tepee [tenda in stile pellerossa], in quello che a questo punto è principalmente un esercizio di pazienza e di sopportazione del freddo.
Ti invitiamo a leggere la pagina successiva di questo articolo:
Sopravvivere all'inverno russo
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