Alcuni scienziati sono riusciti a sequenziare il genoma di un cavallo vissuto circa 700.000 anni fa.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-06-2013]
È il genoma più vecchio mai sequenziato quello che un gruppo di scienziati è riuscito a ricostruire partendo da un cavallo vissuto intorno a 700.000 anni fa.
Tutto è iniziato quando il biologo evoluzionista Eske Willerslev dell'Università di Copenhagen si è unito a un team di geologi che nel 2003 ha effettuato una spedizione nello Yukon, in Canada, in una regione coperta dal permafrost.
È stato in tale occasione che il professor Willerslev ha notato un osso che sporgeva dal terreno ghiacciato, e ha deciso di studiarlo.
Ha così scoperto di avere tra le mani un osso fossile troppo vecchio per essere datato con il metodo del radiocarbonio e così per individuare approssimativamente l'epoca cui apparteneva si è basato sulla sua posizione, arrivando a concludere che doveva avere tra i 560.000 e i 780.000 anni. Quindi ha iniziato ad analizzarlo nella speranza di trovare del DNA.
Inizialmente, le possibilità di trovare qualcosa di utile sembravano poche. Sebbene in linea teorica si ritenga che il DNA possa conservarsi almeno parzialmente per circa un milione di anni, dal punto di vista pratico non è mai stato sequenziato DNA più vecchio di 130.000 anni.
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Inaspettatamente, invece, i ricercatori hanno trovato tracce di collagene e di proteine del sangue che, applicando un metodo lungo e complesso, ha permesso loro dopo anni di studi di riuscire a ottenere il genoma di quell'antico cavallo.
Tale risultato si sta rivelando importante per diversi motivi. Innanzitutto ha stabilito un nuovo record per quanto riguarda l'antichità del DNA che si è riusciti a sequenziare.
Poi ha permesso di riscrivere buona parte della storia evolutiva del cavallo, di cui l'esemplare ritrovato parzialmente nel permafrost è un antenato, consentendo di concludere che l'ultimo antenato comune degli equidi moderni risale a 4 - 4,5 milioni di anni fa e non a circa 2 milioni di anni fa come si riteneva sinora.
Infine, è stato possibile risolvere un'antica questione, quella relativa al cavallo di Przewalski, ritenuto l'ultimo dei cavalli selvatici e che ora è stato confermato essere geneticamente distinto dai cavalli domestici.
Tutto ciò, unitamente alle tecniche applicate per arrivare sin qui, aprono delle nuove possibilità per lo studio delle creature preistoriche tramite la genomica e la proteomica, che sono ora in grado di arrivare dieci volte più indietro nel tempo di quanto si ritenesse possibile.
Tutti i risultati dello studio sono stati pubblicati su Nature.
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