I pannelli potranno assumere qualsiasi forma.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-08-2014]
L'idea di realizzare celle solari tramite una tecnica "a spruzzo" non è propriamente nuova, ma finora tutti i tentativi lasciavano a desiderare sul piano dell'efficienza.
Adesso, però, un gruppo di ricercatori dell'Università di Sheffield ha scoperto come fare per risolvere anche questo problema, grazie alla perovskite.
Prima di pensare alla perovskite, per realizzare lo strato che cattura la luce del sole nelle celle "spray" ci si era rivolti a dei semiconduttori organici, ma l'efficienza non era arrivata nemmeno al 10% (che è la percentuale cui arrivano le celle organiche realizzate però con metodi tradizionali e non a spruzzo).
Per avere un paragone, ricordiamo che una cella al silicio raggiunge un'efficienza del 25%, ma il silicio non si può adoperare per la tecnica a spruzzo.
La perovskite è il materiale ideale: se si realizza con questo minerale lo strato deputato ad assorbire la luce, con la tecnica tradizionale si ottiene un'efficienza del 19%, non lontana da quella del silicio; con al tecnica a spruzzo si arriva all'11%, che è quantomeno un buon inizio.
«I dispositivi a perovskite che abbiamo creato usano ancora una struttura simile a quelli con celle organiche» spiega il professor David Lidzey, capo dei ricercatori. «Ciò che abbiamo fatto è stato sostituire lo strato principale, quello che assorbe la luce (ossia lo strato organico), con pervoskite spruzzata come se fosse vernice».
Inoltre, la perovskite è un materiale economico; riuscendo ad aumentare ancora l'efficienza in modo che possa essere competitivo rispetto al silicio nelle celle tradizionali, si potranno già abbattere i costi.
Facendo la stessa operazione per le celle realizzate a spruzzo si apriranno poi nuovi scenari per l'applicazione di pannelli solari, poiché la forma non sarà più un problema: edifici e veicoli, per esempio, potranno essere coperti di celle spruzzate.
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