È entrata in vigore la legge sulla sicurezza cittadina: monitoraggio a tappeto di Internet, multe pesanti e carcere per le manifestazioni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-07-2015]
Anche la Spagna si allinea alla legislazione antiterrorismo francese.
Il 1 luglio è entrata in vigore la cosiddetta ley mordaza (legge bavaglio), ovvero la "Legge generale sulla sicurezza cittadina".
In base a questa legge, la polizia potrà acquisire sistematicamente i cosiddetti metadati delle conversazioni telefoniche, della navigazione in rete e in particolare della frequentazione di social network: chi parla con chi, quando, dove e via dicendo, senza necessità di autorizzazioni dei giudici.
La nuova legge punisce duramente anche le manifestazioni non autorizzate. È stata fortemente voluta dal governo di centrodestra, dopo le giornate in cui decine di migliaia di manifestanti avevano occupato per giorni con tende e sacchi a pelo le principali piazze di Madrid e di altre città spagnole e davanti ai più importanti edifici pubblici.
Vengono puniti severamente anche coloro che scalano e salgono su monumenti pubblici e palazzi; punizioni esemplari anche per anche quanti si opponessero, anche in modo non violento, a sfratti o altri ordini delle autorità.
Secondo la nuova normativa, chi dovesse pubblicizzare e sostenere manifestazioni non autorizzate in Internet (anche solo postando sulla propria bacheca di Facebook il simbolo di una manifestazione) può incorrere in una multa che può andare da 30.000 a 60.000 euro.
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Pubblicare on line la foto o il video di un'azione della polizia senza averne l'autorizzazione può essere punito con una multa fino a 600.000 euro. Si noti che si tratta di multe che può infliggere direttamente la polizia, non un giudice.
Collegarsi con continuità e visitare "spesso" siti web di organizzazioni terroristiche può costituire un reato di fiancheggiamento del terrorismo, che può essere sanzionato con una pena da 1 a 5 anni di carcere.
Contro questa nuova legge e i rischi che può comportare per le libertà politiche e civili hanno già protestato Amnesty International, Greenpeace e altre importanti organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani.
Il nuovo movimento politico di base Podemos ha già annunciato che, se andrà al governo, abolirà questi provvedimenti.
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