GDPR, bagno di sangue con risvolti positivi



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-06-2018]

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Il 25 maggio scorso è diventato applicabile il GDPR (General Data Protection Regulation), una serie di norme europee sulla gestione dei dati personali, e nonostante due anni di preavviso (le norme furono approvate nel 2016) molti siti sono arrivati all'ultimo giorno senza alcuna preparazione. Il caos è stato davvero notevole. L'articolo continua qui sotto.

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A parte l'ondata di mail di siti di aziende, alberghi e social network che ci chiedono il consenso per continuare a mandarci quello che loro chiamano "materiale informativo", l'effetto immediato più visibile per molti utenti è stato l'oscuramento volontario di molte testate giornalistiche statunitensi, che hanno preferito rendersi inaccessibili agli utenti europei piuttosto che affrontare l'onere di adeguarsi alle nuove regole sul trattamento dei dati personali. Lo stesso ha fatto temporaneamente Instapaper; anche alcuni videogiochi online hanno cessato l'attività in via definitiva.

Numerosi proprietari di Pagine Facebook, invece, lamentano di non essere più in grado di accedervi per amministrarle. Facebook è anche oggetto di azioni legali, insieme a Google, Instagram e WhatsApp, con l'accusa di violazione del GDPR perché non offrono agli utenti una vera scelta: gli utenti, infatti, possono soltanto scegliere fra accettare che i loro dati vengano raccolti, condivisi e usati per la pubblicità mirata e cancellare i propri account. Prendere o lasciare, insomma.

Secondo i promotori di queste azioni legali, "il GDPR consente esplicitamente qualunque trattamento di dati strettamente necessario per il servizio, ma usare quegli stessi dati anche per pubblicità o per rivenderli richiede il consenso libero ed esplicito degli utenti."

Molti utenti percepiscono il GDPR come un disagio, che crea situazioni problematiche come l'aumento dell'età minima per usare Whatsapp a 16 anni (interessante il commento dell'avvocato Guido Scorza sulle reali ragioni di questa scelta), ma i nuovi obblighi stanno anche mettendo a nudo il peso del tracciamento pubblicitario operato da moltissimi siti, come nel caso della testata giornalistica statunitense USA Today, il cui sito Web viene offerto agli utenti europei in versione priva di pubblicità e di script di tracciamento.

Il risultato è che al posto di 5,2 megabyte la pagina pesa 500 kilobyte, ossia meno di un decimo. Il 90%, insomma, è zavorra pubblicitaria:

zavorra

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Paolo Attivissimo

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Distribuzione libera, purché sia inclusa la presente dicitura.

Commenti all'articolo (4)

Gran parte dei Regolamenti europei recenti vanno in una sola direzione: definire leggi e regole che solo grandi aziende, con uffici legali forti e preparati e grosse disponibilità di investimento e finanziarie in genere, sono in grado di gestire e ottemperare. Sarà mica perché dietro ci sono le lobby delle grosse multinazionali - anche... Leggi tutto
5-6-2018 19:16

{Geranio}
Sono rimasto schifato da questo mostro burocratico creato da altri mostri psicopatici, che qualcuno chiama burosauri... Sono d'accordissimo sulle intenzioni, ma le modalità sono roba da veri mostri insensati. Giorno dopo giorno si crea sempre più ingiustizia sociale rendendo sempre più complicato fare qualunque... Leggi tutto
4-6-2018 20:04

{umby}
Con l'occasione (era scaduto il pin ed era OBBLIGO rinnovarlo) l'INPS (roba itagliana) non ti permette di accedere più ai servizi se non dai oltre al numero telefonico (fisso o mobile) anche l'email o la PEC! Ma che avranno mai da comunicarmi di così importante...
3-6-2018 15:14

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