È davvero necessaria una legge per regolamentare le ''sfide online'', come vorrebbe il governo a seguito dell'incidente di Casal Palocco?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-06-2023]
L'emozione per la morte inutile e straziante del piccolo Manuel è stata troppo forte. Le circostanze in cui è avvenuto l'incidente in cui ha perso la vita sembrano fatte apposta per una serie Tv anche se drammaticamente reali e vere.
Un gruppo di youtuber giovanissimi e di successo, che noleggiano una Lamborghini da un autonoleggio per una challenge, una sfida - resistere per almeno 50 ore in viaggio, ovviamente a velocità per lo meno sostenuta - dopo aver girato un video in cui prendono in giro i proprietari delle Smart, investono proprio una Smart mentre erano online (ma potrebbero aver cancellato una parte del video).
Dopo l'incidente promettono un sacco di soldi per mettere a posto tutto, i loro genitori vengono sentiti tranquillizzare i ragazzi con un po' di leggerezza, le scene del post-incidente vengono filmate dalla folla. Nei giorni successivi le pagine social del gruppo degli youtuber hanno un forte incremento di visualizzazioni e perfino di follower, il pubblico online si divide fra innocentisti e colpevolisti. Alla fine i ragazzi chiudono tutto, dopo che anche gli sponsor si allontanano e i follower calano.
Sul caso indagano le forze dell'ordine e la magistratura: omicidio stradale, che è un reato punito pesantemente soprattutto se dovesse essere dimostrata che il guidatore era sotto l'effetto degli stupefacenti assunti prima della guida, comunque in misura non così elevata da motivare l'arresto dell'autista. Ora il legislatore e il governo vorrebbero introdurre un nuovo reato per prevenire quanto è accaduto.
Eppure esistono già fior di reati: guida pericolosa, guida non autorizzata sotto il primo anno di patente, omicidio stradale, omicidio colposo. Anche l'eventuale incitamento a compiere atti pericolosi può essere punito. Ma come si distinguono gli atti «pericolosi» e quelli che non lo sono? Scalare le montagne, per esempio, è pericoloso, pur adottando tutte le misure prudenziali e di sicurezza, e lo resterà sempre. Un video sulle scalate si può proibire? Come sempre la politica è più che altro preoccupata di inserire nuove norme repressive della Rete per dare l'impressione di fare qualcosa.
La maggioranza degli incidenti anche mortali, però, non deriva da strane sfide ma da comportamenti banali, semplici, quotidiani: telefonare, messaggiare, chattare dallo smartphone mentre si guida, magari in città, e così distrarsi e tamponare, investire e uccidere. Non bisogna essere per forza ragazzi un po' ammalati di visibilità e soldi facili per perdere il controllo della vettura e farsi e fare del male.
Sembra quindi aperto, più che un problema di educazione digitale, un grande problema di educazione in generale per tutti (non solo dei ragazzi) alla responsabilità nei confronti della vita e degli altri.
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