Se non sarà approvato dal tribunale, Alphabet rischia di dover sborsare 5 miliardi di dollari.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-01-2024]
Sono passati oltre tre anni da quando negli Stati Uniti è stata avviata una class action miliardaria contro Google basata su un fraintendimento della modalità incognito del browser Google Chrome.
Secondo i documenti depositati in tribunale, chiamando quella speciale modalità incognito Google trarrebbe gli utenti in inganno: questi sarebbero convinti, attivandola, di essere davvero "in incognito" quando navigano nel web, e che nessuno pertanto possa raccogliere dati su di loro e sulle loro abitudine.
In realtà, come dovrebbe essere noto sin dal debutto della modalità incognito (non a caso subito soprannominata porn mode) e come è dichiarato esplicitamente nella finestra principale di Chrome, tale modalità si limita a non salvare sul PC dell'utente dati relativi all'attività condotta nel web, così che nessuno possa scoprire ciò che fa; i siti visitati, e Google stessa, continuano invece a raccogliere dati come fanno quando li si visita usando la modalità normale del browser.
L'accusa rivolta a Google comprende anche il fatto che gli strumenti di Google Analytics continuano a funzionare anche in modalità incognito, e lo stesso fanno i cookie e le app che Alphabet adopera per tracciare l'attività dell'utente.
Le richieste avanzate dai partecipanti alla class action del 2020 ammontavano a 5 miliardi di dollari come compenso per "l'inganno" perpetrato ai danni degli utenti, ossia 5.000 dollari a tersa.
Ora però Google e lo studio legale che si occupa della faccenda sono giunti a un accordo preliminare, che dovrebbe soddisfare entrambe le parti ed evitare così di arrivare allo scontro in tribunale, la cui prima seduta era originariamente prevista per il 4 febbraio 2024 ma è ora stata sospesa.
I termini in base ai quali i due contendenti hanno trovato un punto comune non sono stati rivelati ma gli avvocati di entrambe le parti hanno dichiarato che la mediazione ha portato a un accordo vincolante che sarà sottoposto al tribunale il prossimo 24 febbraio.
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Homer S.