Ubuntu perde i pezzi

Terremoto ai vertici dello sponsor Canonical, che ridisegna tutto lo staff dirigenziale. Si svolta verso una versione commerciale.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-02-2010]

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Come preannunciato, Mark Shuttleworth ha abbandonato la guida di Canonical, lasciando il posto a Jane Silber, che ormai da diversi anni era direttore generale della società, a sua volta sostituta da Matt Asay che è un operatore di lungo corso dell'open source a livello professionale, già fondatore di Lineo per poi passare con Novell e da ultimo con Alfresco società di Content Managemant System.

Certamente il parziale ritiro di Shuttleworth, multimilionario e principale sponsor di Canonical che ha dichiarato di volersi dedicare alla condivisione delle risorse o alla presentazione dei software prodotti, non ha stupito molto gli addetti ai lavori.

Infatti sono note le sue critiche al "sistema" Linux in generale, specie in raffronto alla crescita di OS X di Apple. L'azienda di Cupertino, sostiene il magnate sudafricano, offre innovazioni che al contrario Linux per sua natura non può offrire ed appare più facile e interessante a livello applicativo, puntando decisamente alla cosiddetta web experience.

Evidentemente ha stimato che nell'ambito attuale di Canonical lo sviluppo di Ubuntu non potrà competere con la "Mela" a livello di innovazione e user experience, specialmente per tutti quegli utenti ai quali non importa molto il prezzo o l'uso del free software in linea di principio.

Tuttavia le posizioni di Shuttleworth, ancorché note da tempo, non sono l'evento più preoccupante né, forse, il suo abbandono di fatto del software libero come finora inteso e propagandato da Canonical.

E' infatti assai da temere il contemporaneo ingresso di Matt Asay quale Chief Operating Officier (COO) cioè in pratica quale direttore generale responsabile delle strategie aziendali, delle operazioni di back office, di sviluppo nonché del marketing generale.

In pratica è un sovraintendente generale non solo allo sviluppo ma in grado anche di determinare le realizzazioni a cui debba puntare l'azienda; e in proposito sono ben note le critiche di Asay a Richard Stallman e alla Free Software Foundation.

Se il buon giorno si vede dal mattino, potrebbe succedere in un futuro appena dietro l'angolo di vedere Ubuntu percorrere la via di tanti altri sistemi operativi: nella versione open conquistano significative esperienze, che poi riversano in una versione commerciale stabile e assistita nel tempo.

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