La guerra della banda larga: Telecom contro tutti

Wind, Fastweb e Vodafone si alleano per realizzare una rete a fibre ottiche alternativa a Telecom Italia. Che non sta a guardare.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-05-2010]

Ha contribuito l'Authority a far compiere il grande passo a Wind, Vodafone e Fastweb. L'ultima manovra dell'Autorità, giustificata dall'onerosità della manutenzione della vecchia rete in rame, aumenta infatti le tariffe per il passaggio sulla rete Telecom.

Questa è un'autentica mazzata per i bilanci degli altri carrier, che vengono messi di fronte a un bivio da cui dipende la loro stessa possibilità di sopravvivenza e crescita.

Wind, Fastweb e Vodafone hanno rotto ogni indugio; hanno messo da parte la loro normale rivalità, hanno scelto di indebitarsi ancora (e non poco) per realizzare una rete in fibre ottiche che copra i Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti: praticamente quasi tutti i capoluoghi di provincia.

Anche se un eventuale sostegno governativo sarebbe gradito, i tre operatori pensano piuttosto a sinergie con soggetti come Poste e Ferrovie e soprattutto agli enti locali come Comuni e Provincie, più generosi e lungimiranti dello Stato centrale in fatto di banda larga. Oltretutto, non vogliono più attendere le lentezze dei tavoli di confronto promossi dalla stessa Authority per una rete unica, da realizzare con la stessa Telecom Italia.

In un primo momento Bernabè - l'amministratore delegato di Telecom Italia - ha fatto loro gli auguri. Poi ci ha ripensato e si è dichiarato disponibile a essere anche lui della partita, ma con altre priorità: cablare Milano in vista dell'Expo, proprio quella Milano dove Telecom ha perso più clienti ed è più in difficoltà rispetto a Fastweb, che lì è nata e si è sviluppata.

In questo modo, Telecom ribadisce la sua volontà di sfruttare il più a lungo possibile il vantaggio di possedere la rete di cui si devono servire anche i suoi concorrenti e perciò maggiori e migliori clienti.

Telecom però vuole intervenire sulla fibra ottica non in modo diffuso, ma concentrando gli investimenti nelle aree a maggiore redditività, soprattutto le grandi metropoli e il Nord d'Italia.

Paradossalmente, l'ex monopolista è meno interessata a una logica di "servizio universale" e sembra convertita alla logica del business più dei suoi concorrenti, nati in ambito esclusivamente privato.

Per questo motivo, i quattro gestori telefonici difficilmente troveranno un accordo, a meno che non lo imponga una politica dirigista, che pure sarebbe legittimata in questo momento di fortissima crisi finanziaria e occupazionale.

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Pier Luigi Tolardo