Richard Stallman: Felice che Jobs se ne sia andato

Per il paladino del software libero, il fondatore di Apple non ha fatto altro che creare una prigione dorata per gli stupidi.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-10-2011]

Richard Stallman influenza maligna Steve Jobs

Mentre il web - e non solo quello - pullula di incensazioni e lodi dirette a Steve Jobs, si leva anche una voce fuori dal coro.

«Non sono felice che sia morto, ma sono felice che se ne sia andato»: è questa l'opinione di Richard Stallman circa la dipartita del fondatore di Apple, e il motivo di tanta acrimonia è la prigione dorata che Jobs avrebbe costruito - secondo Stallman - per i propri utenti.

Il fondatore della Free Software Foundation non ha mai fatto mistero della propria veemente antipatia forse non personalmente nei confronti di Steve Jobs ma certamente verso l'idea di informatica che questi propugnava, e la morte di Jobs non gli ha certo fatto cambiare opinione.

«Steve Jobs, il pioniere del computer inteso come prigione resa cool, progettato per separare gli stolti dalla propria libertà, è morto»: così ha scritto Stallman, per poi continuare sostenendo che «nessuno merita di dover morire, né Jobs, né Mr. Bill, nemmeno le persone colpevoli di mali peggiori dei loro. Ma tutti ci meritiamo la fine dell'influenza maligna di Jobs sul computing. Purtroppo, quell'influenza continua nonostante la sua assenza. Possiamo solo sperare che i suoi successori, nel proseguirne l'eredità, siano meno efficaci».

«Mr. Bill», ovviamente, è Bill Gates, colpevole quanto Jobs di aver creato un mondo informatico in cui le libertà degli utenti non sono rispettate.

Apple e Steve Jobs sono però, se possibile, ancora peggio: non solo hanno creato una prigione - spiega Stallman - ma hanno convinto gli utenti che esservi rinchiusi dentro sia «cool»: «Apple ha fatto in modo che la gente non sappia più quali sono le sue libertà, e se lo sa, pensa di non meritarsele».

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