Julian Assange come il cardinale Mindszenty

La Gran Bretagna non invaderà l'ambasciata ecuadoriana a Londra, ma Assange potrà vivere per anni all'interno della residenza diplomatica.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-08-2012]

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Julian Assange ha ottenuto l'asilo politico nell'ambasciata dell'Ecuador di Londra, dove vive da due settimane per sfuggire all'arresto da parte di Scotland Yard, che lo vorrebbe estradare in Svezia dove verrebbe processato per violenza carnale ma soprattutto dove potrebbe essere estradato, a sua volta, negli USA che lo accusano perfino di terrorismo e di attentato alla sicurezza nazionale.

Prima che Assange, fondatore di Wikileaks, ottenesse questo status da parte di un Paese come l'Ecuador, ostile agli Usa come il Venezuela di Chavez, l'Inghilterra aveva preteso la sua consegna, minacciando addirittura di invadere l'ambasciata per arrestarlo, violando così l'immunità diplomatica che impedisce perfino di multare un diplomatico per eccesso di velocità.

La tensione tra Regno Unito, Svezia ed Ecuador è alle stelle e l'Inghilterra non acconsentirà mai a concedere un salvacondotto che permetta ad Assange di raggiungere l'aeroporto di Londra per raggiungere in volo l'Ecuador, anche se non invaderà il territorio diplomatico perché significherebbe una rottura diplomatica con quasi tutti i Paesi latino-americani.

Per Assange si profila però così il destino del cardinale Mindszenty, arcivescovo di Budapest e primate di Ungheria, che nel 1956 aveva guidato la rivolta contro l'invasione sovietica del suo Paese.

Quando i carri armati sovietici invasero Budapest e il Kgb cercò di arrestarlo, Mindszenty si rifugiò nell'ambasciata USA dove visse fino al 1971, quando il presidente degli USA Nixon ottenne che venisse liberato per raggiungere Vienna.

Neanche i sovietici osarono violare un'ambasciata; ma il cardinale visse in poche centinaia di metri quadrati per più di 15 anni, nella sua stessa città, impossibilitato a svolgere il suo ministero.

La Svezia, piuttosto, dovrebbe ricordare il caso del suo diplomatico Wallemberg, fatto sparire forse proprio dai sovietici, in spregio alle leggi sull'immunità diplomatica, alla fine della seconda guerra mondiale.

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Pier Luigi Tolardo