La politica è in crisi? La colpa non è di Internet

Per Bruno Vespa la causa della grave crisi istituzionale è perché i politici ascoltano troppo la Rete.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-04-2013]

Per anni Bruno Vespa si è vantato non solo di raccontare fatti e retroscena della politica italiana in Porta a Porta e nei suoi vendutissimi libri, ma di "fabbricare" addirittura le notizie, come quando ha fatto firmare il Patto con gli italiani da Berlusconi direttamente in studio, con lui stesso come notaio.

Da qualche sera a questa parte, Vespa, pur ammettendo di non essere "un nativo digitale", con un iPad in mano chiede ai politici suoi ospiti (tutti, tranne quelli del Movimento Cinque Stelle) se la gravissima crisi istituzionale non è causata dal fatto che i politici seguono troppo la Rete e si fanno condizionare da social network e email, come nel caso delle circa 200.000 email di protesta ricevute dalla Camera in poche ore, tanto da far decidere al presidente Boldrini di bloccare tutte quelle che riportassero nel testo il nome di Rodotà.

"Non si può governare un Paese con la Rete" dice a ogni piè sospinto Vespa, chiedendo ai suoi ospiti di consentire con questa affermazione.

La polemica di Vespa risulta facile e banale. Ma Vespa non dice che la politica è andata in crisi da sola, senza bisogno della Rete, quando ha deciso che i deputati venissero decisi dai leader dei partiti, che la corruzione dilagasse oltre ogni misura, che i politici lasciassero il posto ai burocrati come la Cancellieri o tecnocrati come Monti.

La Rete esprime e amplifica un disagio forte e diffuso in tutti gli strati sociali della popolazione: non si può pensare di sopprimerlo, silenziarlo, attutirlo, non ascoltarlo, senza pensare a gravi forme di limitazione e di riduzione degli stessi spazi democratici. O magari c'è chi pensa proprio a questo, ma allora lo dica chiaramente!

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Pier Luigi Tolardo