La Mpaa vuole abolire la privacy nei nomi di dominio

Se si obbligano i titolari dei siti a rivelare i propri dettagli personali la battaglia per il copyright diventa molto più facile.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-07-2015]

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Tra gli adempimenti cui si trova di fronte chi registra un nome a dominio per il proprio sito web c'è la compilazione dei record Whois, all'interno dei quali si trovano molti dati personali del titolare, dall'indirizzo al numero di telefono.

Dato che il database Whois è facilmente e pubblicamente consultabile, riempirlo con i propri dati significa esporsi a spammer e scocciatori di ogni genere (per citare solo i danni minori); d'altra parte, riempirlo con dati fasulli può portare alla sospensione del dominio.

Si capisce quindi come mai siano sorti servizi che tutelano la privacy dei titolari dei siti (come, per esempio, WhoisGuard di Namecheap), sostituendo i dettagli personali con informazioni che non violano la privacy: per esempio l'indirizzo email del titolare viene sostituito da un indirizzo fasullo, e tutti i messaggi inviati a esso vengono inoltrati a quello vero.

Di recente l'Icann ha iniziato a valutare una proposta che rende molto più difficile la protezione della privacy finora garantita da questi servizi: essa prevede infatti che i titolari di siti associati ad «attività commerciali» non possano avvalersene, ma che invece debbano essere obbligati a pubblicare in chiaro i propri dati, oppure che essi possano essere consegnati a chiunque elevi una lamentela senza necessità di un intervento della magistratura.

Senza che la cosa sorprenda, tra i sostenitori di questa modifica c'è la Mpaa, la potente associazione dei produttori cinematografici americani.

Il motivo per il quale la Motion Picture Association of America si dia la pena di sostenere tale proposta pare ovvio: avrebbe mano libera per attaccare direttamente i titolari di siti accusati di violare il copyright, con lettere di diffida o minacce di adire le vie legali.

Tuttavia, la posizione ufficiale è più sfumata e parla dei diritti che hanno gli utenti di conoscere i gestori dei siti che frequentano.

«Nelle situazioni in cui vengono identificati casi chiari e verificabili [di abusi e comportamenti illegali, NdR] e la comunicazione con il cliente di un servizio di protezione della privacy non è possibile, è necessario avere un sistema efficiente per ottenere i dettagli di contatto del cliente» ha scritto Alex Deacon, della Mpaa, inviando il commento dell'associazione sulla proposta.

Secondo i produttori cinematografici, gli utenti hanno diritto di conoscere il nome del titolare dei servizi commerciali di cui si servono: per questo motivo chiede che sia «trovato un equilibrio» tra le esigenze di privacy e il diritto di sapere con chi si ha a che fare.

Nel frattempo è nata una petizione, sostenuta anche dalla Eff, per chiedere che l'Icann non avalli la proposta così com'è ma per lo meno introduca l'obbligo di passare per un ordine della magistratura prima che i dati personali dei titolari di domini vengano ceduti a terzi.

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