UE, giro di vite sui Bitcoin: la fine dell'anonimato è vicina

Norme più severe per combattere l'evasione e il riciclaggio di denaro.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-12-2017]

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Sono finiti i tempi in cui i Bitcoin erano relegati al rango di mera "curiosità per smanettoni informatici".

Persino la stampa, ormai, informa quasi quotidianamente i propri lettori circa il continuo aumento del valore della criptovaluta, e i termini relativi all'invenzione di Satoshi Nakamoto stanno diventando comuni anche per il grande pubblico.

L'ovvia conseguenza di tanta popolarità è l'interesse dei legislatori, preoccupati che la criptovaluta possa facilitare l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro.

Sebbene l'uso dei Bitcoin sia tanto limitato da non costituire ancora alcuna minaccia per i mercati, i legislatori sembrano intenzionati a non lasciare indietro questa moneta.

Sia il Regno Unito che l'Unione Europea stanno già progettando nuove norme che impediscano di commerciare in Bitcoin protetti dall'anonimato: sostengono infatti che la possibilità di nascondere la propria identità offerta dal sistema abbia attirato figure poco raccomandabili, dagli spacciatori di droga a varii tipi di criminali.

Il piano della UE prevede quindi che ogni piattaforma che permetta lo scambio dei Bitcoin debba obbligare i propri utenti a utilizzare i propri dati reali, eseguendo anche le dovute verifiche per evitare l'inserimento di informazioni fasulle.

Il vicegovernatore della Banca d'Inghilterra, sir Jon Cunliffe, si muove sulla stessa linea: ha infatti dichiarato che chi investe in Bitcoin deve «fare i compiti a casa» ossia, in altre parole, deve essere soggetto alle stesse regole e agli stessi obblighi cui sottostanno quanti investono in valute tradizionali.

Regno Unito e Unione Europea hanno avviato dei negoziati per arrivare a un quadro comune al fine di combattere l'uso illecito della criptovaluta: ci si aspetta che essi giungano a conclusione al più tardi nei primi mesi del 2018.

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