Videosorveglianza dei propri figli: è legale?

Gli strumenti digitali per sorvegliare i figli.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-01-2018]

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Strumenti digitali per sorvegliare i figli: attenzione a leggi e limiti

Avrete notato che la tecnologia consente un livello di sorveglianza mai visto prima, degno di uno stato di polizia o di un Grande Fratello orwelliano. Se foste nei panni dei vostri figli, probabilmente non gradireste l'idea di essere pedinati e osservati costantemente.

La questione della legalità di questi sistemi di sorveglianza è complessa e non voglio sostituirmi agli esperti, ma ci sono alcuni criteri di fondo da considerare, come la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia dell'ONU: in molti ordinamenti giuridici nazionali, i genitori hanno il diritto di correzione e controllo e l'obbligo di vigilanza ed educazione verso i minorenni, e in alcuni casi questo diritto e quest'obbligo possono prevalere sul diritto del figlio (anche minorenne) di avere una sfera privata.

Per esempio un genitore solitamente può sorvegliare elettronicamente un minorenne se questo serve realisticamente a proteggerlo da un pericolo concreto (o a impedirgli comportamenti che possono danneggiare altri) ma non se la sorveglianza diventa morbosa o è spinta da semplice curiosità.

Va considerato, inoltre, che i genitori sono legalmente responsabili di quello che fanno i loro figli minorenni e che di solito gli abbonamenti alla rete telefonica cellulare o ai giochi online sono intestati ai genitori, per cui queste responsabilità normalmente giustificano una ragionevole sorveglianza.

Un altro criterio è la trasparenza: un conto è sorvegliare l'attività digitale dei figli di nascosto e un altro è farlo con il loro consenso o perlomeno avvisandoli che sono sorvegliati. Legalismi a parte, si tratta anche di decidere che tipo di rapporto si vuole avere con i propri figli.

Tutto cambia se il figlio non è minorenne: in tal caso qualunque sorveglianza occulta non consensuale è quasi sicuramente illegale, salvo casi molti particolari legati per esempio a condizioni mediche o psicologiche.

Il consiglio pratico è quindi di limitare la sorveglianza allo stretto indispensabile per la protezione dei figli, distinguere bene fra minorenni e maggiorenni, e scegliere se possibile la via del consenso.

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Sorveglianza ''soft''

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Paolo Attivissimo

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