Donald Trump contro Google, Facebook e Twitter: diffondono fake news

Google risponde: sono gli algoritmi a decidere.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-08-2018]

trump google facebook twitter

Non ce l'ha con solo Google il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che nei giorni scorsi ha accusato il motore di ricerca di diffondere fake news sul suo conto.

Tutto è partito dal fatto che, secondo Trump, quando si cerca Trump News su Google si ottengono soltanto o quasi risultati negativi nei suoi confronti proveniente dai «Media autori di Fake News», e ciò sarebbe prova di interferenza e manipolazioni dirette da parte dirigenti di Google.

«Google e altri stanno silenziando le voci dei conservatori e nascondendo informazioni e notizie, e questo non è un bene. Controllano ciò che possiamo e ciò che non possiamo vedere. Si tratta di una situazione molto grave: me ne occuperò».

Così ha scritto ancora il presidente americano - parlando come sua abitudine dal podio di Twitter - e lasciando quindi intendere di non voler più tollerare quella che ritiene essere una chiara preferenza politica da parte del gigante della ricerca, e un tentativo di influenzare l'opinione pubblica.

Nel dettaglio, il tema - spiegano le fonti della Casa Bianca - sarà affrontato con «investigazioni e analisi», anche se non è chiaro che cosa tutto ciò comporti.

Google, dal canto proprio, ha rispedito al mittente ogni accusa, illustrando per altro il funzionamento del motore di ricerca.

«Quando gli utenti scrivono delle ricerche nella barra di Google, l'obiettivo è assicurarci che ottengano le risposte più significative in pochi secondi. La ricerca non è adoperata a fini politici e non manipoliamo i risultati verso alcuna ideologia politica. Ogni anno apportiamo centinaia di miglioramenti ai nostri algoritmi per assicurarci che mettano in evidenza i contenuti di qualità superiore in risposta alla ricerche degli utenti. Lavoriamo continuamente per migliorare Google Ricerca e non disponiamo i risultati in maniera tale da manipolare le opinioni politiche».

Insomma, sono gli algoritmi a decidere quali siano i risultati che più si addicono alla chiave di ricerca inserita, non certo un intervento diretto con secondi fini.

Non contento di tutto questo, Donald Trump è tornato alla carica con dei nuovi tweet, coinvolgendo questa volta nella sua denuncia anche Facebook e Twitter, ai quali consiglia di «stare attenti, perché non possono fare quel che vogliono alla gente».

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