Se Berlusconi diventa socio di Tronchetti Provera

I due miliardi di euro che Berlusconi intende ricavare dalla vendita di una quota di azioni Fininvest potrebbero essere reinvestiti in azioni Telecom Italia.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-04-2005]

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Oggi Fininvest possiede una quota intorno al 5-6% di Telecom Italia: è una quota che Fedele Confalonieri, presidente del gruppo editoriale-televisivo e fiduciario del Presidente del Consiglio-proprietario, si è detto pubblicamente interessato ad aumentare, mentre lo stesso Berlusconi ha sempre dichiarato che bisogna creare grandi imprese multimediali, con la convergenza di telefonia e Tv e di rimpiagere che la politica lo avrebbe frenato rispetto a un maggiore impegno in questo senso.

Ora si apre l'opportunità di realizzare questi progetti: Berlusconi ha deciso di vendere una quota intorno al 16% delle azioni in suo possesso di Fininvest, per ricavarne circa 2,2 miliardi di euro, sfruttando un momento molto favorevole per la sua azienda che, nel caso di una sua possibile sconfitta alle politiche del 2006 (resa più probabile dal recente risultato catastrofico delle elezioni regionali), potrebbe soffrire di una restrizione della possibilità di raccogliere pubblicità, oggi resa quasi senza limiti dalla legge Gasparri.

L'Espresso aveva ipotizzato questa riduzione della presenza di Berlusconi in Fininvest, di cui continuerebbe ad avere un saldo e completo controllo, con il duplice scopo di garantire anche i figli del secondo matrimonio con Veronica Lario, non garantiti come Marina e Piersivio che si trovano già alla guida dell'azienda di famiglia e quello di ridurre l'effetto negativo del conflitto di interessi a livello di opinione pubblica.

Il problema è che un'eventuale crescita degli investimenti di Fininvest e/o personali della famiglia Berlusconi in Telecom Italia renderebbe ancora più grave il conflitto di interessi, che si allargherebbe dalle Tv, dove il Premier controlla il maggiore network televisivo privato e condiziona quello pubblico, a quello della telefonia fissa e mobile e di Internet in cui Telecom Italia ha una posizione ultradominante e che nessuno sembra poter scalzare o solo scalfire.

Oltretutto ci sarebbe anche un conflitto tra il Berlusconi imprenditore televisivo e il Berlusconi socio ancora più forte di una Telecom Italia che possiede due Tv (La7 e Mtv), vuole impegnarsi fortemente nella Tv su Adsl e nell'Umts. Che garanzie avrebbero i piccoli azionisti di una reale concorrenza tra i due colossi e i consumatori sul fatto che non ci sia un cartello ai loro danni e ai danni degli altri concorrenti?

Se Berlusconi diventa un socio ancora più forte di Tronchetti Provera, l'anomalia italiana si ingarbuglia ancora di più; forse dobbiamo attenderci dei girotondi che circondino, dopo le sedi Rai e i tribunali, anche le sedi di Telecom Italia.

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Pier Luigi Tolardo