Atesia assumerà i precari

I sindacati e il colosso dei call center Cos-AlmaVivA si accordano per trasformare 170 lavoratori precari in dipendenti a tempo indeterminato.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-04-2006]

Foto di Sam Bloomfield

Finalmente una buona notizia sul fronte della lotta al lavoro troppo precario e sfruttato nel mondo dei Call Center, nella maggiore azienda di questo tipo in Italia, l'Atesia, di proprietà del Gruppo Cos-Finsiel, che da qualche tempo ha assunto il nome di AlmaVivA.

Atesia (che è il call center da cui partono ogni giorno migliaia di chiamate outbound di commercializzazione di prodotti e servizi di Telecom Italia e Sky) ha sempre fatto largo uso di contratti a termine: prima i famigerati CoCoCo, oggi i contratti a progetto e a termine, con numerosi e frequenti scioperi e agitazioni di questi giovani lavoratori costretti a una esasperante e inconcludente precarietà.

In questi giorni, dopo una lunga e faticosa vertenza, Atesia e Cgil-Cisl-Uil hanno raggiunto un accordo importante: 175 lavoratori, attualmente con contratto a progetto, verranno assunti con un contratto di lavoro a tempo indeterminato e un orario di 25 ore settimanali; altri 124 lavoratori, assunti con contratto di inserimento, verranno passati a tempo indeterminato, con 25 ore settimanali, entro ottobre.

L'accordo prevede anche l'assunzione con un contratto di inserimento, cioè di durata di 18 mesi, di 426 lavoratori oggi a progetto. Altri 1100 lavoratori vedranno il loro contratto trasformato in apprendistato professionale della durata di 36 mesi, con orario di 25 ore.

Si spera che questo accordo sia perfezionato anche dalla riassunzione di alcuni delegati del collettivo autogestito dei precari di Atesia, che sono stati licenziati alcuni mesi fa per la loro attività sindacale, e da una altrattanto positiva soluzione della vertenza che vede contrapposto lo stesso Gruppo Cos e i lavoratori di AliCos; quest'ultimo è il call center in comproprietà tra Alitalia e Cos, che evade le prenotazioni dei voli aerei, a cui vorrebbero applicare il contratto delle Tlc: meno vantaggioso dell'attuale del trasporto aereo, con la minaccia di delocalizzare in Argentina e in altri Paesi i call center in caso di rifiuto.

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Pier Luigi Tolardo