Addio delega allo sportello

Dal 1 gennaio 2007, il modello unico F24 si paga esclusivamente per via telematica. Quando l'informatica diventa obbligatoria, può far rimpiangere la carta.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-01-2007]

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Dal primo gennaio 2007 tutti i lavoratori autonomi titolari di partita IVA sono tenuti a pagare il modello unico F24 esclusivamente per via telematica.

I moduli con imposte, contributi e premi INPS non potranno più essere consegnati a mano in banca. Basta con le trasferte o i fax del commercialista, basta con le code allo sportello.

Ecco una buona notizia, la semplificazione e addirittura l'automazione di un adempimento fiscale obbligatorio, il tutto grazie alla telematica applicata. I diretti interessati da quest'obbligo non sono però, in larga maggioranza, dello stesso avviso ed è interessante sapere perché.

Prima di tutto bisogna considerare che le microimprese sono la grande maggioranza del lavoro autonomo nel nostro Paese, e gran parte di esse non è informatizzata; questo non per cattiva volontà, per colpa di qualche analfabetismo tecnologico o di qualche digital divide, ma semplicemente perché non ce n'è bisogno: il Pc serve solo per scrivere, compilare e archiviare preventivi e fatture.

Per praticare l'home banking, necessario al pagamento in proprio dei bollettini per via telematica, non è necessaria la larga banda: è sufficiente un Pc da discarica collegato alla più scalcinata delle linee telefoniche, attrezzature di cui certo anche la microimpresa è provvista.

Ma perché essere obbligati a praticare l'home banking solo per pagare gli F24, quando magari un tale servizio non è di alcuna altra utilità alla microimpresa e bisogna attivarlo apposta, per usarlo poi in modo non quotidiano con tutti i rischi d'errore materiale e di sicurezza del caso?

Per fortuna il commercialista, che compila gli F24, potrà agire per conto del cliente accollandosi i suoi obblighi telematici e dando in sua vece l'ordine di addebito alla banca.

Niente paura: il commercialista non dovrà accedere al vostro conto, ma solo essere autorizzato a ordinarne l'addebito. Ovvio che tale servizio sarà a pagamento, ma ci sono altre complicazioni e altri costi obbligatori conseguenti.

Infatti, la liquidità delle piccole imprese non è sempre sufficiente a pagare alla scadenza gli F24. È prassi abbastanza comune ritardare il pagamento di qualche giorno, senza sanzioni e con un interesse non vessatorio, per privilegiare altri impegni o per attendere la disponibilità di importi contabilizzati.

Quando il commercialista passa l'ordine alla scadenza, se la disponibilità del conto in quella precisa data non è sufficiente anche per un solo euro, la banca è obbligata a rifiutarlo: ciò significa successivo rifacimento del suo lavoro con altre spese e sanzioni per l'impresa.

Gli importi complessivi degli F24 sono prevedibili solo con larga approssimazione fino a pochi giorni prima della scadenza, quindi non è possibile una programmazione decente del cash flow.

Neppure si può pensare di lasciare ferma sul conto bancario una liquidità relativamente grande, al solo scopo di far passare "alla cieca" gli ordini di pagamento di chi non ne conosce il saldo. Sarebbe un costo rilevante per le imprese di qualsiasi dimensione.

Mentre commercialisti e lavoratori autonomi si ingegnano per ridurre il danno dell'informatizzazione forzata, banchieri e bancari si fregano le mani: si ritroveranno in automatico più liquidi sui conti e meno carta agli sportelli.

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