Intercettazioni retroattive

Molti degli scandali pubblicati negli ultimi mesi hanno avuto il robusto supporto di intercettazioni telefoniche emerse dal passato.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-03-2007]

Una traccia digitale

A margine dell'uscita del libro di Gregoretti "Pronto chi spia?", che indaga su un eventuale disegno di trasformare Telecom e la sua security in un Grande Fratello, più di qualcuno è tentato di fare alcune considerazioni: è possibile che siamo tutti, indistintamente, sotto controllo telefonico?

Nelle notizie che apprendiamo ormai quotidianamente, le trascrizioni pubblicate riportano chiacchierate fatte anni addietro da soggetti inquisiti oggi. In qualche caso gli articoli hanno riportato frasi registrate anni fa da conversazioni telefoniche di persone anche non inquisite, solo perché la conversazione era attinente a qualche scandalo odierno.

Ci domandiamo come mai un illustre sconosciuto fosse intercettato da anni, come se qualcuno avesse potuto prevedere il suo contatto odierno con l'inquisito di turno. La domanda è ancora più inquietante, se si considera che ciò che trapela sulla stampa scandalistica è solo una minima parte delle trascrizioni esistenti.

Le sfere di cristallo e le macchine del tempo sono belle fantasie: in realtà disponiamo di mezzi meno mirabolanti, ma efficaci a scopi reali. Le nostre conversazioni telefoniche sono piccole gocce digitali nel vasto fiume che scorre nelle infinite valli telematiche. La nostra voce è la parte minore del flusso, che è costituito principalmente da dati di controllo; ciò in particolare vale per le comunicazioni mobili.

Le nostre voci scorrono nei sistemi degli operatori, nei quali sono in chiaro. Non vanno intercettate forzando sistemi altrui; passano già, normalmente, in luoghi in cui possono lasciare una loro copia o no, a discrezione dell'amministratore di sistema.

Anche il termine intercettazione, in fondo, pare tecnicamente improprio. Che qualcuno salvi da qualche parte tutte le tracce digitali di tutte le telefonate, non è un'ipotesi tanto assurda.

La differenza tra registrare o no, preventivamente, tutte le nostre conversazioni, con riserva di eventuale successivo paziente lavoro di recupero e trascrizione, dall'esito certo, è la differenza che c'è tra un mostruoso lavoro di intelligence e di intercettazione in tempo reale estremamente complesso e di fatto impossibile e, invece, un lavoro del tutto automatico, semplice e oscuro di accumulo dati. E' la differenza che c'è tra salvare o non salvare dei files già bell'e pronti.

La quantità di memoria occorrente per accumulare le voci, opportunamente compresse, delle chiacchiere telefoniche degli italiani è stimabile in qualche TeraByte al giorno. Le tecniche di compressione, analisi, comprensione intelligente e trascrizione della voce sono in continuo progresso; quello che oggi è lo stato dell'arte tra qualche anno farà sorridere. Intanto, salviamo.

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