La storia esemplare del "Pacchetto Telecom" e la prima Legge di Murphy

I ministri delle telecomunicazioni dell'Unione Europea hanno soppresso il contestato emendamento 138 che attribuiva solamente ai giudici la facoltà di imporre restrizioni alla libertà degli utenti.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-12-2008]

Tutti ricorderanno che circa un paio di mesi addietro gli eurodeputati avevano votato, nonostante le opposizioni delle major dell'intrattenimento, una modifica al "Paquet Télécom" denominata emendamento 138 la quale statuiva che nessuna restrizione alle libertà degli utenti può essere imposta, tranne che dal tribunale, salvo il caso di forza maggiore o al fine di conservare l'integrità e la sicurezza della rete.

L'emendamento andava a collocarsi nella periodica revisione di quel complesso di normative, direttive, indirizzi e raccomandazioni adottati in seno all'Unione nel settore delle telecomunicazioni.

Tutti ricorderanno anche le reazioni scomposte del governo francese, che nell'emendamento scopriva un ostacolo insormontabile all'iter legislativo a quella "risposta graduale" voluta fortemente dalle major e così benevolmente accolta dal presidente Sarcozy; senza per altro che nessuno emettesse un fiato in merito di un possibile conflitto di interessi, posto che la gentil consorte era, ed è tuttora, autrice e donna di spettacolo.

Così poche settimane addietro il senato approvava a larghissima maggioranza il progetto di legge "Création et Internet", che prevede appunto l'adozione di controlli invasivi nelle telecomunicazioni a opera e nell'interesse di soggetti privati nonché dei famosi "tre schiaffi" a quanti pescati - o anche solo sospettati - di condividere contenuti protetti dal diritto d'autore; l'ultimo dei quali consiste appunto nella disconnessione del reo dalla rete, a tempo determinato o peggio.

Eppure i motivi espressi dagli eurodeputati, sulla scorta delle indicazioni espresse dell'esecutivo europeo, erano stati esaustivi. Si legge infatti che "la Commissione considera questo emendamento come un importante richiamo ai principi fondamentali dell'ordinamento giuridico comunitario e specialmente ai diritti fondamentali dei cittadini".

E prosegue chiarendo ancora che "resta agli stati membri un margine sufficiente a raggiungere un giusto equilibrio tra i diversi diritti fondamentali, specialmente il rispetto della vita privata, alla protezione della proprietà, a un utilizzo effettivo alla libertà di espressione e d'informazione"

Fortunatamente c'è ancora chi non demorde; infatti il deputato Guy Bono, autore dell'emendamento 138 unitamente al collega Daniel Cohn Bendit, denunciando la soppressione, stigmatizza: "Nulla può giustificare l'accaduto, trattandosi di norma fondamentale non solo sui diritti dei cittadini ma per l'intero comparto giuridico comunitario; evidentemente il motivo deve ricercarsi nel progetto di legge francese contrario a quei principi".

Nei primi mesi del 2009, l'Europarlamento dovrà pronunciarsi in seconda lettura sull'intero "paquet télécom" e - avverte Guy Bono - in quella sede intende ripresentare il suo emendamento, nella convinzione che stavolta incontrerà miglior fortuna; ma non tutti si mostrano così fiduciosi, ben ricordando che se una cosa può andare bene o male, allora è sicuro che andrà male.

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