Al via le nuove norme sulla trasparenza per i contratti di connessione. Il vice presidente dell'Unione Europea Neelie Kroes controllerà che i provider le rispettino.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-04-2011]
"Sono determinata a garantire che cittadini e imprese nell'ambito dell'UE possano godere dei benefici di un'internet aperta e neutrale, senza restrizioni occulte e alle velocità promesse dai fornitori di servizi": suonano rassicuranti le parole con cui il Commissario Europeo per l'agenda digitale Neelie Kroes, già vice presidente dell'Unione, parla dell'impegno della UE per la net neutrality.
Quando, dal 25 maggio, entreranno in vigore le nuove norme sulle telecomunicazioni circa la trasparenza, la qualità del servizio e la possibilità di cambiare operatore, anche la neutralità della rete sarà un requisito previsto dalla normativa europea.
In altre parole, le leggi che dalla fine del prossimo mese regoleranno le comunicazioni in Europa saranno di per sé sufficienti a garantire il rispetto di standard minimi di qualità per il servizio, tempi ridotti per il cambio di operatore (un giorno lavorativo, dice l'UE) e chiarezza circa le eventuali restrizioni imposte a servizi e applicazioni e l'effettiva velocità di connessione.
Proprio quest'ultimo punto, relativo alla trasparenza delle offerte, chiarisce che cosa il Commissario Kroes intenda per net neutrality, espressione di cui, come recita il comunicato ufficiale, "non è stata stabilita una definizione".
Per Bruxelles una rete neutrale non è tanto quella che fornisce a tutti gli stessi servizi in egual misura - secondo il noto paradigma di Tim Berners-Lee, per il quale la connessione a Internet dovrebbe essere come la fornitura idrica: chi la eroga non dovrebbe chiedersi che cosa ne faccia l'utente - quanto quella che indica chiaramente quali siano i limiti.
Sarà poi il mercato stesso - secondo il ragionamento della Kroes - a favorire contratti che non riducono le possibilità degli utenti, attuando nella pratica quella net neutrality che non si riesce a definire in teoria.
Alla conclusione di questa indagine, entro la fine dell'anno, la Commissione renderà pubblici i dati raccolti e "valuterà la necessità di adottare o meno provvedimenti più rigorosi".
Se, insomma, gli operatori faranno finta di niente quando le norme di maggio saranno in vigore, l'Unione Europea potrebbe prendere in considerazione la possibilità di intervenire in maniera più esplicita su questo argomento.
Quanto agli ambiti in cui i vari ISP dovrebbero rivedere le proprie politiche, essi sono molto chiari: la Commissione cita apertamente la pratica di bloccare i servizi VoIP in diverse offerte, un comportamento che ultimamente sta diventando sempre più diffuso.
Il comunicato sfiora anche l'ipotesi della "Internet a due velocità" quando parla di preoccupazioni circa il "possibile abuso della gestione del traffico, ad esempio, al fine di concedere un trattamento preferenziale a un servizio rispetto a un altro": se dare priorità alle comunicazioni che richiedono una risposta in tempo reale è una necessità, mettere in primo piano determinati servizi premium sembra più che altro un modo per "spremere" gli utenti.
Su tutti questi aspetti, e sulla possibilità di cambiare rapidamente operatore senza dover modificare il proprio numero anche in caso di risoluzione del contratto, il BEREC e la Commissione hanno promesso di vigilare attentamente. I risultati saranno visibili prima dell'anno prossimo.
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