Etica hacker

L'etica hacker è uno stile di vita, un atteggiamento, una poetica che sovente è vittima di insinuazioni, di equivoci e ingiustificate accuse, lanciate da chi vuol cucire la bocca a chi lavora per la libertà delle informazioni e per la diffusione dei saperi in rete. Troppo spesso, gli hacker sulla stampa generalista sono indicati come coloro che distruggono i sistemi informatici, clonano le carte di credito, o altre subdole insinuazioni. Tutto ciò è falso per chi crede nell'etica hacker.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-10-2002]

"Mai prendere troppo sul serio i propri pensieri e le proprie azioni"
(improbabile) anonimo saggio cinese

Testo rigidamente (no) copyright

Abbiamo deciso di scrivere su un argomento, insieme così inflazionato eppur difficile da affrontare, come lo è quello di delimitare i confini etici di una pratica hacker, stuzzicati da un curioso fatto pertinente in tema registrato qualche tempo fa (mese di maggio pianeta Terra anno 2002).

Una casa editrice francese, attiva su molti campi significativi per i destini dell'umanità quali le macchine cabriolet e il giardinaggio, decide di cimentarsi tramite la sua succursale torinese nelle intriganti attività del mondo degli hacker. Raccolte intorno a sé alcune fra le aggregazioni più giovani del panorama hacker italiano, quali Bismark ed Onda Quadra, viene presto prodotto un foglio patinato e coloratissimo dal nome "Hacker journal", decorato con vistosissimi teschi ed ossa incrociate che subito fanno ben capire, anche alla vituperata massaia di Voghera, di cosa si tratti al suo interno. Pagine su miti, leggende, trucchi e aggiornamenti su temi di sicurezza digitale ci accompagnano, infatti, nella lettura di questo mensile che anche, in maniera forse trasparente, ci appare come un'onesta operazione di marketing editoriale che, a poche ore dalla sua nascita, dimostra subito di aver sottovalutato il proprio target commerciale di riferimento.

Accade, infatti, che qualche "vero" hacker italiano della scena cyberpunk o cypherpunk che dir si voglia - quella comunque che, meno di tutte, accetta etichette ed operazioni commerciali su un fenomeno per sua natura ingovernabile, antiautoritario e rizomatico - non solo si risente per le numerose inesattezze e lacune che debordano dalla rivista su carta, ma scopre che la versione online è ospitata da un server Internet che oltre ad essere installato sul software proprietario Windows, è per giunta, settato in modo del tutto insicuro. Il finale, credo lo abbiate già intuito: quelli di www.hackerjournal.it sono tuttora a cercare di rimetterlo in piedi, magari su un sistema operativo più consono al tema trattato...

Perché questa reazione così forte, contemporaneamente accompagnata da una proliferazione spontanea di messaggi di critica alla stessa rivista su decine di mailing-list e newsgroup dedicati ai temi di sicurezza ed etica informatica? [Se si è interessat* a questo tipo di argomento una mailing-list da consigliare su tutte è la cyber-rights]

Perché etica hacker non è solo un argomento di moda per sociologi, scrittori e filosofi ma è soprattutto un argomento vivo, ben radicato nel cuore e nella mente di moltissimi fra i giovani e giovanissimi che si rapportano con le nuove tecnologie e che fanno proprio dell'interattività 'estremà uno dei loro principi etici più seguiti. Lasciamo dunque la cronaca e arriviamo al nostro personale tentativo di interpretare, o meglio fornire spunti di interpretazione e trame di lettura, sulla cultura hacker.

Questo articolo CONTINUA >>>
1 - Etica hacker, come e perché
2 - La cultura hacker
3 - Uno stile di vita
4 - Il sapere
5 - Censure garbate, condivisione e accessibilità dell'informazione

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fERRY bYTE (1967), hacktivist, è impegnato da tempo sul versante delle mobilitazioni elettroniche dell'autorganizzazione digitale (i netstrike) e nella promozione di forme accessibili dell'informazione in Internet. È fondatore di Stranonetwork e socio di Isole nella Rete.

oedipa_m, laureata in chimica, ideatrice di copydown ha pubblicato il suo primo articolo su Altrove 6 (Nautilus Edizioni), e dopo aver partecipato alla stesura del libro "I motori di ricerca nel caos della Rete" di Ferry Byte e Claudio Parrini (ShaKe Edizioni), dal 2001 e' collaboratrice di Computer Idea e PC Magazine.

Claudio Parrini, nato a Vinci (FI) nel 1963, vive e lavora a Milano. Networker, pittore. Insieme a vari gruppi: UnDo.Net, Quinta Parete e XS2WEB, realizza progetti su internet e laboratori; da solo dipinge e scrive.

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