Allarmi antivirus di stato, funzioneranno?

Il governo britannico lancia un servizio centralizzato per la sicurezza informatica. Altre esperienze europee



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-02-2005]

[logo sito ITsafe]

ITsafe è il nuovo servizio di allerta informatico del governo britannico, che permetterà di ricevere avvisi via e-mail e SMS in occasione di gravi epidemie di virus informatici o altre minacce per computer, palmari, cellulari e altri dispositivi.

Ci si può iscrivere gratuitamente anche dall'estero, ma per il momento l'iscrizione è poco più di un gesto d'incoraggiamento, dato che la sezione degli allarmi è tragicamente vuota, come se il problema del virus di Paris Hilton o del virus che si spaccia per una notifica dell'FBI non esistessero.

Lo scopo di ITsafe è, stando al comunicato stampa, "assicurarsi che gli utenti di computer siano consapevoli dei rischi e di come gestirli in modo facile ed efficace, senza causare allarme". Sarà estremamente difficile trovare un modo rassicurante per dire che basta visitare una pagina Web con Internet Explorer per infettarsi, ma chissà che la proverbiale flemma britannica non possa risolvere anche quest'ostacolo.

In linea di principio, un sistema d'allarme governativo è una buona idea, perché risolve il cosiddetto "problema del vetraio e della fionda": le società commerciali che offrono soluzioni per la sicurezza informatica hanno un inevitabile interesse a ingigantire ogni allarme (e, dicono i maligni, a crearne se non ve ne sono) per incoraggiare le proprie vendite, e difficilmente offriranno soluzioni che non comportino l'uso dei loro prodotti. Quand'è stata l'ultima volta che un venditore di antivirus ha fatto la semplice raccomandazione di smettere di usare Internet Explorer in favore di programmi alternativi?

Avvisi super partes di questo genere arrivano infatti pressoché esclusivamente da fonti governative, come fece clamorosamente il CERT statunitense nel 2004. Tuttavia l'imparzialità non basta: un allarme è utile soltanto se è tempestivo e contiene istruzioni chiare e fattibili per chi le deve applicare.

In questo senso le iniziative governative sembrano segnare il passo rispetto a quelle commerciali: gli advisory del CERT sono rapidi ma leggibili soltanto per gli iniziati, mentre quelli di altri enti governativi per la sicurezza informatica sono poco aggiornati (come quello canadese) e spesso si riducono a pagine di assistenza tecnica (pagata dai contribuenti) ai prodotti Microsoft o rimandano semplicemente ai siti dei produttori di antivirus (Belgio). Fa eccezione quello dei Paesi Bassi, che offre già avvisi via e-mail e SMS, ma è limitato nella sua portata da quell'affascinante forma di crittografia naturale chiamata olandese.

Cosa può fare allora il povero utente comune per restare informato in modo chiaro e semplice sui rischi informatici del momento? Se state leggendo queste pagine, avete già sott'occhio una delle risposte.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Attivissimo

Commenti all'articolo (1)

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25-2-2005 17:13

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