Il noto sito d'aste online è stato denunciato per violazione della legge francese sulle aste pubbliche. Se giudicato colpevole, potrebbero esserci ricadute in tutta l'Unione Europea.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-12-2007]
Il sito di aste online eBay rischia di dover chiudere la propria attività in Francia.
Secondo l'autorità che regola le aste pubbliche francesi, infatti, eBay violerebbe la legge 642 del 2000, non rispettando le disposizioni in materia di diritto di recesso, contraffazione e protezione dei consumatori.
eBay si farebbe scudo del proprio statuto, che la pone in una posizione di "mediatore, in deroga alle regole per le aste pubbliche, per eludere nei fatti le esigenze del legislatore per quanto riguarda la trasparenza e la legalità delle vendite all'asta oltre che le garanzie che vengono accordate al venditore e all'acquirente".
Il sito d'aste respinge le accuse: "Le attività di eBay e dei banditori sono distinte come vuole la legge e come abbiamo potuto far presente al Consiglio dall'apertura di eBay in Francia".
eBay sostiene di aver inventato un nuovo modo di vendere e comprare, che non ha nulla a che fare con le tradizionali case d'asta le quali, d'altra parte, non si sono mai aperte alle possibilità offerte da Internet.
Secondo i commentatori questa azione contro eBay sarebbe spinta dai grandi marchi francesi che non gradirebbero la presenza di prodotti contraffatti messi all'asta. Un precedente in questo senso è la causa di Rolex, sempre contro eBay, in Germania. Rolex vinse la causa, obbligando eBay a "fare tutto il possibile" per vigilare sulla presenza di offerte di prodotti contraffatti o che comunque violassero il marchio.
eBay ha già ventilato la possibilità di ricorrere in appello qualora le decisione del Tribunal de Grande Instance di Parigi, chiamato a giudicare la questione, le fosse sfavorevole.
Se venisse giudicata dalla parte del torto, le sue attività potrebbero essere in pericolo non solo in Francia, ma nell'intera Unione Europea. A quel punto dovrebbe o cambiare modello, garantendo magari due anni di garanzia persino sugli innumerevoli prodotti usati che vengono scambiati quotidianamente, o chiudere i battenti.
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