Tavaroli accusa i Ds di avere avuto tangenti da Colaninno per favorire l'Opa su Telecom. Fassino e Colaninno querelano Tavaroli. Ma quali furono i rapporti tra questi soggetti?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-07-2008]
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Travaglio critica D'Alema per Telecom Italia
Piero Fassino parla di "vigliaccata" e querela Tavaroli, colpevole di aver parlato di prove da lui acquisite su tangenti corrisposte da Colaninno, oggi proprietario di una Piaggio che vende sempre più Vespe, grazie all'aumento del petrolio, e anche Piero Colaninno, padre del neodeputato del Pd, erede dei Ds, Matteo, querela Tavaroli.
Ora a Tavaroli spetterà di dimostrare con prove, se le possiede, se sono vere le accuse a Colaninno di aver pagato i Ds per favorire la sua scalata, origine di tutti i guai Telecom Italia, per averle lasciato sul groppone 30 miliardi di euro di debiti.
L'accusa di tangenti pagate da Colaninno aveva fatto parlare molto ai tempi del "caso Consorte": Giovanni Consorte, amministratore delegato di Unipol, che ha presso 50 milioni di euro a titolo di "consulenza" per aver supportato Colaninno ai tempi dell'Opa.
Anche senza parlare di tangenti illegali, quindi, il ruolo di manager vicini ai Ds è ormai acclarato e scontato. Senza il via libera di D'Alema (che fece saltare il piano di Bernabè alternativo all'Opa, scrivendo a Draghi, allora direttore generale del Tesoro, di non andare all'assemblea degli azionisti Telecom), senza il via libera alla vendita di Omnitel alla Vodafone, Colaninno non avrebbe mai potuto scalare Telecom Italia.
Successivamente all'Opa, le aziende del Gruppo Telecom Italia furono molto generose nell'investire in pubblicità sull'Unità mentre, in chiaro e registrando legalmente il proprio contributo, alcuni manager Telecom Italia donarono cifre molto consistenti per la campagna elettorale dei Ds del 2001.
Senza pensare a tangenti, proibite dalla legge, il rapporto tra Colaninno e i Ds è stato molto stretto e assolutamente alla luce del sole. Questo spiega perché né Fassino né Bersan né D'Alema hanno mai fatto una sincera autocritica su un'operazione come l'Opa di Colaninno, che oggi lascia sul terreno 5.000 posti di lavoro per cui Fassino non si è mai indignato.
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Quella Telecom di mezzo fra Grillo e Bersani
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