Telecom Italia e i sindacati concludono un accordo per gestire gli esuberi ma non sono chiari i costi per lo Stato.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-08-2010]
Dopo una trattativa fiume durata 30 ore, Telecom Italia e Cgil, Cisl e Uil, con la mediazione di Sacconi e Romani, hanno sottoscritto un accordo per gestire gli esuberi in Telecom e SSC (la software house del gruppo con 2.300 dipendenti).
Telecom Italia ha accettato la condizione posta dai sindacati, cioè che per più di 3.000 persone vicine alla pensione non ci sia alcun obbligo di accedere alla mobilità di accompagnamento, ma che questa rimanga una scelta facoltativa. Inoltre Telecom non esternalizzerà i call center (servizi 187 e 191) come aveva minacciato di fare in mancanza di accordo.
In compenso il sindacato ha accettato la chiusura di 21 sedi provinciali, il cui personale non sarà trasferito se accetterà il telelavoro. Inoltre il personale del 1254/centralini già in contratto di solidarietà si vedrà prorogato il contratto di solidarietà per ulteriori 24 mesi ma con il fine di riqualificare il personale per altre collocazioni.
Si tratta di un accordo con luci e ombre. Ricordiamo che Telecom è un'azienda con più di un miliardo e mezzo di utili, destinati a crescere con il prossimo aumento del canone (anche per gli altri gestori) già richiesto all'Agcom.
Telecom non licenzia ma accolla una parte notevole di costi sull'Inps, poiché le parti sociali, a differenza delle banche e di Poste Italiane, hanno omesso negli anni scorsi di creare un fondo di solidarietà autofinanziato da azienda e lavoratori per gestire queste situazioni.
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