Del cedere il passo alle signore...

Leggo con piacere la risposta della Presidente della Business Software Alliance alla mia lettera di auguri, e ne traggo motivo di insperato conforto. Ma...



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-07-2002]

Riassunto delle puntate precedenti:
La lettera aperta di Emmanuele Somma
La risposta di Yolanda Rios
Il commento di Stefano Barni
Altri commenti dei lettori

La BSA ha in questi anni condotto una campagna pubblicitaria durissima e molto superficiale, vista con gli occhi di chi ci tiene. Lo spot d'avvio fu presentato allo SMAU nel 2000, il più importante ed incisivo, e condannato come ingannevole ma soprattutto censurato per lo sfruttamento della credulità e della paura. Una pronuncia importante perchè lascia sul tappeto, nei termini più formali con cui può esprimersi la giurisprudenza in tema di pubblicità, la giustezza delle insinuazioni di quanti hanno sempre pensato che alcune note aziende informatiche usassero instillare nell'opinione pubblica Paure, Incertezze e Dubbi (il cosiddetto FUD). Oggi invece la Presidente della BSA risponde agli auguri di un "giovane hacker", cancellando con una sola azione la prospettiva di malintesi, anche solo cognitivi in questo campo, tra pirati e hacker. Sono certo che da oggi la BSA tradirebbe la propria missione se continuasse a rifugiarsi nella divulgazione di informazioni sbagliate e fuorvianti sull'argomento, soprattutto nelle sedi istituzionali in cui ha il privilegio di essere invitata.

Se nella comunicazione pubblica Yolanda Rios, neo presidente dell'Alleanza, non ha "paura" di evitare le comode, ma spesso premianti, generalizzazioni avrà aperta una linea di credito che, fino ad oggi, difficilmente la BSA aveva saputo conquistarsi tra gli utenti. Spero che questo significhi non solo un dibattito più interessante, ma concreta collaborazione tra mondi che hanno modo di fare strada, e tanta, assieme.

È quindi con piacere che accetto l'invito a collaborare, ma non mi è permessa dalle circostanze forma migliore che questi contributi. Spero bastino.

Adesso il lettore e la Presidente mi dovranno permettere una irriverente battuta - tanto per alleggerire il peso del compito gravoso che attende il composito fronte dell'anti-pirateria, come ha bene delineato nella risposta.

La BSA ha sempre sostenuto che la situazione della pirateria, specie in Italia, ci posizionasse sull'orlo di un pericoloso precipizio. Oggi arriva un invito a fare un efficace e coraggioso "balzo in avanti", come nella chiusa della lettera della Presidente della BSA. "Prego, prima lei!" - mi viene da dire. Cedere il passo alle signore non sempre è vana galanteria, a volte è questione di sostanza.

La foga può essere cattiva consigliera. Un buon padre di famiglia piuttosto direbbe "un balzo indietro", come mi ero permesso di proporre nell'ultimo articolo su Proudhon e la pirateria, che purtroppo la Presidente Rios non potrà leggere senza violare i termini della licenza ed essere considerata ad ogni effetto un "pirata". Ma la questione può sempre accomodarsi facendo leggere ad alta voce il mio articolo da qualcuno che non rientri nelle clausole di esclusione, mentre lei è casualmente seduta lì vicino per sentirlo (non potrà comunque citarlo letteralmente, però). Questo è un comportamento un po' da hacker che mal si addice ad un Presidente, ma ammetto il mio errore quando scrivendo la licenza di distribuzione non ho coperto anche queste possibilità di aggirare il meccanismo di tutela del diritto d'autore che ho scelto. Questo ovviamente non giustifica eventuali violazioni. Rilascerò una patch a giorni.

Direi che potremmo comporre questa amichevole disputa con la BSA stando fermi dove stiamo. Loro non sostengano avventurosi balzi in avanti, e io mi asterrò di affilare le armi per tornare indietro.

Il fatto che la proprietà intellettuale sia la base delle licenze free e di quelle proprietarie non implica alcun sostegno ai tentativi di limitare oltre i diritti reali di proprietà a favore dei diritti di sfruttamento economico del lavoro d'autore (non correttamente identificati con il "diritto d'autore").

In poche parole mi sembra improbabile che limitare gli usi comunemente accettabili (fair uses) di quanto è stato legalmente acquistato possa trovare i fan del software libero tra i maggiori appassionati.

E per gli altri cittadini? Se oggi comprare un libro di fiabe nel formato proprietario di Adobe può significare non poterlo leggere ad alta voce ai propri figli, e non solo non poterlo nè prestare nè rivendere di seconda mano, cosa già scandalosa, forse è il caso di chiederci se questo non sarebbe un gran bel "balzo in avanti" nel precipizio di una società di elefanti malinconici costretti ad attendere la propria morte senza essere certi di poter legalmente ritenere nella propria memoria neppure il ricordo della canzone o della poesia del proprio grande amore. Figurarsi se mi potrò mai più permettere di citare una poesia di Neruda come per quell'augurio che anche la Presidente di BSA ha così tanto gradito.

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