La Regione Piemonte vuole costituire una propria società di telefonia mobile. Perché una scelta del genere?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-09-2002]
La Regione Piemonte, governata per il secondo mandato dal Presidente Enzo Ghigo di Forza Italia ha deciso di costituire una società mista pubblico-privata per la gestione della telefonia mobile, investendo in questo business circa 40 miliardi di Euro. La società, aperta a capitali privati, dovrebbe gestire, con la piattaforma Tetra, il Gsm degli enti locali (Regione, Comuni, Provincie) del Piemonte ed eventualmente rivendere il traffico eccedente a privati come società di taxi, istituti di vigilanza; inoltre potrebbe gestire le telecomunicazioni mobili per le previste Olimpiadi Invernali Torinesi del 2006.
Alla base del progetto ci sarebbe la possibilità di circa 9 milioni di euro all'anno che le amministrazioni pubbliche piemontesi spenderebbero per noleggio, manutenzione e traffico di telefonia mobile. Le intenzioni sono buone anche se striderebbero con i principi neo-liberisti della Casa della Libertà, che non vorrebbero che le iniziative imprenditoriali vengano svolte dallo Stato (la Regione è una parte dello Stato) ma lasciate all'iniziativa privata.
E' un'iniziativa privata in un settore che in Piemonte, dove hanno tuttora sede legale e parte della direzione generale Tim e Vodafone Omnitel, è già abbastanza fiorente. Non si capisce, però, come si potrebbe lasciare a una società di emanazione pubblica regionale la gestione delle comunicazioni mobili per le Olimpiadi e, poi, trovare in una società di telefonia mobile uno dei generosi sponsors indispensabili per finanziare le stesse.
Lo stesso ministro Gasparri, dello stesso colore politico della Giunta piemontese, non perde occasione di affermare che in Italia ci sono già troppi gestori di telefonia e che lo stato deve avere un ruolo regolatore. La Regione Piemonte si troverebbe nella condizione di essere controllore della telefonia mobile e delle sue antenne, attraverso il Corecom piemontese, e nel contempo controllata con la sua società, in concorrenza con gli altri gestori.
Pensando alle contestazioni, per esempio, che la Regione Piemonte subisce per aver reintrodotto i ticket sanitari e per voler chiudere gli ospedali dei centri minori (anche in montagna), si può pensare che i 40 miliardi di Euro potrebbero trovare una destinazione diversa e più opportuna.
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