Non c'è solo il caso Fiat, anche il settore dell'ICT in Italia va incontro ad una forte crisi occupazionale.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-12-2002]
La Marconi Communications ha denunciato in questi giorni un esubero di 1.100 dipendenti, che vanno ad aggiungersi ad un ulteriore taglio in casa Nokia di 100 dipendenti per il 2003, per non parlare poi dei 350 in Italtel, dei 250 in Siemens, che sono altri due protagonisti nel settore dell'ICT. La Fim-Cisl, sindacato di categoria dei metalmeccanici, stima in 16.000 circa gli esuberi certi nel 2003 a cui si devono aggiungere 3.245 cosiddette "esternalizzazioni", ossia l'uscita degli addetti dall'azienda madre per aziende satellite. Questo processo è spesso l'anticamera di tagli e licenziamenti. Non c'è solo il settore automobilistico con il caso Fiat dunque a soffrire di gravi problemi occupazionali ma anche quello dell'Information&Communication Technology.
L'installazione di reti ed impianti telefonici sembra essere l'attività più colpita: vediamo infatti come la telefonia fissa Telecom Italia riduca le sue linee ma non sia compensata- a causa del forte calo degli investimenti- da una crescita dei concorrenti. Anche la telefonia mobile poi non cresce più né come reti né come vendita di terminali e, semmai, è in calo, nell'attesa dello sviluppo dell'Umts. Si tratta di una crisi che non riguarda solo l'Italia e i sindacati hanno chiesto di aprire un tavolo di confronto sul settore dell'ICT alla Presidenza del Consiglio che coinvolga Governo, Regioni, Sindacato ed Imprese.
Secondo il sindacato si tratta di affrontare una crisi che è di mercato ma che è generata anche dalla mancanza di una strategia per il settore. Lo scopo è quindi- da parte dei sindacati- di definire politiche di rilancio e di sviluppo, non solo ammortizzatori sociali e di risorse investite. Nel rapporto del World Economic Forum, l'Italia è scesa dal 26° al 39° posto e questo soprattutto perché in termini di minor tasso di sviluppo tecnologico è scesa dal 31° al 39° posto. Le preoccupazioni dei sindacati dunque non sono del tutto infondate. Il World Economic Forum è un'associazione indipendente che si occupa tra le altre di misurare il progresso tecnologico: in base alla diffusione ed innovazione nel settore dell'ICT viene stilata una classifica tra paesi. Negli ultimi 20 anni la capacità di innovazione dell'Italia- misurata dal rapporto tra numero dei brevetti e popolazione- si è dimezzata, ed è stata superata dalla Nuova Zelanda.
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