C'è stata una marcia indietro e quasi tutti i siti del maxisequestro sono di nuovo accessibili.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-03-2014]
ALcuni giorni fa sono 46 siti di torrent stati bloccati dalla Guardia di Finanza, che li ha resi inaccessibili.
Il blocco era stato effettuato rendendo irraggiungibili gli IP fisici utilizzati dai siti pirata; tuttavia questo ha generato un effetto secondario, che oltretutto era facilmente prevedibile.
In molti casi il blocco dell'indirizzo IP non ha reso irraggiungibile soltanto il sito pirata ma anche tutti gli altri siti che adoperavano il medesimo IP.
È stato necessario così fare una parziale marcia indietro, liberando gli indirizzi e intervenendo sui DNS, una misura che gli utenti più esperti sanno come aggirare.
Alcuni ISP, poi, hanno semplicemente rimosso i blocchi senza nemmeno modificare i server dei nomi.
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Il risultato è che «la più grande operazione antipirateria in Italia» - come era stata definita - si è praticamente risolta in niente: imporre blocchi di questo tipo è di fatto inutile.
Da più parti si ricorda che se davvero si vuol tagliare le gambe ai siti pirata l'unica strada è chiudere i rubinetti che portano loro denaro, ossia «colpire non i siti ma le vie di finanziamento dei loro gestori» come spiega l'avvocato Fulvio Sarzana.
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