Aiuterà tutte quelle persone che non possono beneficiare di un impianto cocleare.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-02-2015]
Nei casi di persone affette da sordità profonda, spesso un impianto cocleare aiuta a ridurre il problema in maniera consistente.
Purtroppo, però, non sempre questa strada è percorribile. Un gruppo di ricercatori della Colorado State University guidato dal professor John Williams ha ideato un metodo per aggirare questa difficoltà, scegliendo l'approccio della sostituzione sensoriale.
Si tratta di uno stratagemma tutt'altro che raro; per un cieco che non ha possibilità di tornare a vedere, imparare a leggere con la scrittura Braille significa affidarsi alla sostituzione sensoriale: il tatto sostituisce la vista perduta.
In maniera analoga i ricercatori hanno creato un dispositivo che non cerca di ricreare segnali udibili ma converte i suoni in schemi riprodotti dagli elettrodi di un apparecchio.
L'interlocutore della persona affetta da sordità parla in un microfono che trasmette il segnale all'apparecchio, il quale è progettato per essere inserito in bocca, a contatto con il palato.
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Gli elettrodi di questo dispositivo traducono i segnali ricevuti in uno schema di vibrazioni che può venire "letto" con la lingua, consentendo così di capire che cosa viene detto.
«L'idea» - spiegano i ricercatori - «è che, con l'allenamento, il cervello impari a interpretare determinati schemi come parole, permettendo così di "udire" con la lingua».
Secondo gli scienziati imparare a "udire" in questo modo è meno difficile di quanto possa sembrare e non si discosta molto dall'allenamento che porta i ciechi a imparare a leggere il Braille.
Il professor Williams sta lavorando da ormai un anno su questa tecnologia ed è arrivato alla fase di produzione di prototipi; inoltre ha già fatto richiesta di brevetto e avviato una start-up, con l'intento di portare sul mercato la sua invenzione.
«Anche da adulti, il nostro cervello mantiene un alto grado di plasticità» commenta la professoressa Leslie Stone-Roy a proposito della pratica richiesta per imparare a usare il dispositivo. «Adesso sappiamo che è in grado di apportare cambiamenti e adattarsi ai cambiamenti nella ricezione delle informazioni, specialmente nel caso di stimoli che sono importanti per l'individuo».
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