I dati sottratti dai server ammontano a circa 60 GByte.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-10-2021]
Alcuni giorni fa, la SIAE fu vittima di un furto di dati riguardante informazioni personali dei propri iscritti; avendo - come prevedono le norme - informato il Garante della privacy, ora quest'ultimo ha aperto un'istruttoria per far luce sull'accaduto.
Il furto s'è verificato a seguito di quello che il Garante stesso definisce «un attacco hacker» che ha portato alla violazione dei server della SIAE, ed è stato condotto «con finalità estorsive».
Sebbene la SIAE sia stata avara di dettagli nell'informare il grande pubblico di quanto successo, pare che i dati rubati ammontino a 60 Gbyte e contengano informazioni come copie delle carte d'identità e delle patenti, oltre che dei contratti firmati con la SIAE, degli iscritti alla Società.
L'attacco è stato rivendicato dall'Everest Ransom Team che, tenendo fede al nome, ha chiesto un riscatto in cambio della promessa di non divulgare i dati sottratti che, secondo gli hacker, comprendono anche informazioni circa conti bancari, passaporti e carte di credito.
Poiché però la SIAE s'è rifiutata di acconsentire alle richieste, l'Everest Team ha messo in vendita i dati per 500.000 dollari, invitando le celebrità che fossero interessate a entrarne in possesso (per evitarne la divulgazione, presumibilmente) a contattare il team al più presto e promettendo che, a seguito della vendita, la copia dei dati posseduta dagli hacker sarà cancellata.
Si può facilmente immaginare come tra le vittime ci siano parecchi nomi famosi, dato che la SIAE - che agisce praticamente in regime di monopolio per quanto riguarda la raccolta delle royalty sul copyright - riunisce artisti di tutti i generi, dagli autori agli attori, dai musicisti agli scrittori.
Per gli iscritti alla SIAE è il momento di porre particolare attenzione a ogni comunicazione in arrivo, poiché potrebbe facilmente trattarsi di un tentativo di truffa attuato con tecniche di ingegneria sociale.
Inoltre è consigliabile non lasciarsi tentare di contattare gli hacker: come dovrebbe essere evidente, non c'è infatti alcuna garanzia del fatto che, dopo il pagamento, i dati vengano davvero eliminati.
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