Apple si piega all'Unione Europea e concede il sideloading su iPhone e iPad, ma alle sue condizioni.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-01-2024]
Con l'entrata in vigore del Digital Markets Act il prossimo 7 marzo gli utenti europei dei prodotti Apple potranno per la prima volta installare sui propri iDevice anche applicazioni provenienti da piattaforme alternative all'App Store (sideloading), come richiesto dalla direttiva europea.
Sin dal lancio del primo iPhone, Apple ha consentito l'installazione di applicazioni sugli iPhone, gli iPad e gli iPod unicamente tramite l'App Store; dal prossimo marzo, gli utenti dovranno poter installare anche applicazioni provenienti dall'esterno dello store di Apple.
L'azienda della Mela ha sempre giustificato questa limitazione affermando che essa serve a garantire la qualità delle app e la sicurezza dei dispositivi: poiché ogni app deve essere preventivamente approvata da Apple stessa prima di entrare nell'App Store, le possibilità che software pericolosi approdino sui dispositivi degli utenti dovrebbe essere davvero minima.
La UE ritiene però che Apple, così facendo, intenda limitare la concorrenza, e perciò con il DMA le ha imposto di garantire la possibilità di installare app "straniere".
Pur protestando, Apple si adeguerà; lo farà però approfittando dei margini di manovra che le sono consentiti per rendere l'esperienza quanto più sgradevole possibile.
Stando a quanto riporta il Wall Street Journal, infatti, «l'azienda si riserverà la capacità di esaminare ogni app scaricata dall'esterno dell'App Store. Apple progetta inoltre di raccogliere commissioni dagli sviluppatori che offrano la possibilità di scaricare le app dall'esterno dell'App Store».
Insomma, sebbene la possibilità di installare software che non hanno ottenuto il benestare per entrare nell'App Store sia nominalmente garantita, Apple manterrà comunque un controllo sulle app permesse; gli sviluppatori inoltre dovranno sborsare una certa somma di denaro se vorranno evitare l'App Store: ciò chiaramente ha l'intento di scoraggiare la fuga dall'App Store stesso.
Quanto riportato dal Wall Street Journal è frutto di indiscrezioni ma è anche credibile. È facile immaginare che, nei primi tempi, Apple intenda testare la risoluzione della UE nel garantire il rispetto della sua direttiva, e queste vociferate limitazioni potrebbero andare proprio in questo senso.
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