Uno dei miti più tenaci e durevoli fra gli utenti di Internet è l'idea che la navigazione in incognito sia, appunto, in incognito. Il nome di questa modalità di navigazione nel Web è infatti molto ingannevole e viene spesso frainteso.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 09-04-2024]
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Google cancellerà i dati raccolti in segreto dalla Modalità Incognito
La navigazione in incognito o anonima o privata, come la chiamano i vari browser, è in realtà semplicemente un modo per visitare siti senza lasciare tracce sul dispositivo che state usando. Non rimane memoria nella cronologia di navigazione, non vengono salvati cookie o file temporanei su quel dispositivo, tablet, computer o telefonino che sia. Ma i siti che visitate si ricordano eccome della vostra visita e sono perfettamente in grado di identificarvi. In particolare, è in grado di identificarvi Google, se navigate usando il suo browser Chrome.
È quello che emerge da una class action avviata nel 2020 negli Stati Uniti contro Google, i cui atti sono stati ora pubblicati: l'azienda ha concordato, non senza opporre grandissima resistenza per quattro anni, appunto, che cancellerà miliardi di dati raccolti mentre gli utenti di Chrome usavano la navigazione in incognito e probabilmente pensavano di navigare in modo anonimo, cullati da un falso senso di sicurezza.
L'azione legale prevede anche che Google aggiorni gli avvisi informativi che compaiono quando si attiva la navigazione in incognito. Questi avvisi dovranno dire molto chiaramente che Google raccoglie dati dai siti visitati, a prescindere dalla modalità di navigazione, in incognito o meno, e che i siti e le app che includono i servizi di Google scambiano in ogni caso informazioni con Google.
Sul versante tecnico, Chrome dovrà bloccare i cookie di terzi nella navigazione in incognito, visto che li usava per tracciare gli utenti durante questo tipo di navigazione su siti non appartenenti a Google, e dovrà anche oscurare parzialmente gli indirizzi IP per impedire la cosiddetta reidentificazione: quella che permette di riassociare dati di navigazione apparentemente anonimi agli utenti che li hanno generati.
Gli effetti di questa azione legale si faranno sentire in tutto il mondo con i prossimi aggiornamenti di Chrome. Noi utenti non dobbiamo fare altro che aspettare questi aggiornamenti e installarli.
Ma nel frattempo resterà a molti l'amaro in bocca, perché solitamente la navigazione in incognito si usa proprio per visitare i siti di cui non si vuole lasciare traccia.
In realtà la navigazione in incognito serve per una sola cosa: per usare il dispositivo di qualcun altro senza lasciarvi tracce, per esempio per consultare la propria mail usando il computer di qualcun altro. A parte questo, la navigazione in incognito è sostanzialmente inutile per difendere la propria privacy.
Per navigare veramente in incognito servono ben altre soluzioni: applicazioni come il browser Tor, per esempio. Ma questa è un'altra storia.
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