Trent'anni di mediattivismo: la parabola storica da Radio Alice alle telestreet.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-06-2006]
Chi non ha visto "Lavorare con lentezzza", uno dei pochi film italiani, degni di essere visti, in queste stagioni cinematografiche povere e lontane dall'impegno e dalla protesta sociale. Descriveva l'atmosfera, l'entusiasmo, le speranze e le illusioni della generazione del '77, a partire dalla sua città-simbolo che era Bologna, con i giovani alle prese con la sinistra ufficiale burocratica e lontana dai giovani, e le cose non sembrano cambiate a Bologna, quando si parla di associazione eversiva per gesti di scarso rilievo, con la difficile alternativa tra protesta violenta e repressione violenta e dissenso pacifico.
Il film raccontava la storia di Radio Alice, la radio vicina all' area dell'autonomia, le cui trasmissione si interrompevano per l'intervento in diretta della polizia; e tra i suoi fondatori c'era il "mitico" Franco Bifo Berardi, che trent'anni dopo fondava in un quartiere di Bologna, sempre con pochi mezzi, la prima telestreet italiana, che come la radio libera di allora voleva contestare l'informazione ufficiale proponendone un'altra, autogestita e dal basso, a differenza di chi pensava che tutto si risolvesse in avere più posti per i "nostri" alla Rai (allora non c'era Mediaset).
Bifo Berardi è un "non rassegnato", cioè non si vuole integrare in un comodo posto di "consigliere del principe", o diventare magari deputato di Forza Italia piuttosto che conduttore di talk show; nel contempo non è un nostalgico, perché sa che il mondo è cambiato, sono cambiati i giovani, ma la partita si gioca sempre sui media, nei media, nel sistema della comunicazione per parlare e mobilitare per un mondo che si vuole più giusto i giovani.
Da Radio Alice alle telestreet, passando per Indymedia, per esperienze di "falsificazione creativa" come quelle nate dal settimanale satirico "Il Male", parlando della cultura cyberpunk, degli hacker e altro ancora. La generazione a cui Bifo vuole parlare, della genesi e delle radici del mediattivismo, è la prima generazione completamente videolettronica, che usa non più di 650 parole, contro le 2.000 delle generazioni precedenti, ma che è abilissima con gli Sms e i videogame, in cui il pensiero mitico prevale sul pensiero logico, in cui i rischi di una vita deprivata affettivamente ed emozionalmente sono molto forti, la generazione che anche sul lavoro conosce le esperienze mortificanti dell'instabilità e della precarietà lavorativa, delle riforme scolastica e universitaria che trasformano l'università in un'azienda alienante.
Dice Franco Bifo Berardi: "La funzione principale del mediattivismo contemporaneo è la riattivazione della coscienza sensibile, che la mediatizzazione ha devastato e continua a devastare integralmente, il sentimento della compassione per l'altro, il sentimento della gratuità dell'atto di conoscenza". "I mediattivisti sono tenti esperti delle tecnologie di comunicazione e sono produttori di software... ma non possono essre solo questo perché il vero scopo del mediattivismo non è mediatico, il vero problema del mediattivismo è l'immediatezza, la reinvenzione dell'immediatezza nell'universo paralizzante della saturazione mediatica."
Scheda
Titolo: Skizomedia
Sottotitolo: Trent'anni di mediattivismo
Autore: Franco Berardi(Bifo)
Editore: Derive Approdi
Prezzo: 13 euro
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
Gateo