Antonio Ricci chiede 45.000 euro di danni all'associazione, costringendola di fatto alla chiusura. La colpa è del Gabibbo e dei maghi di Mediavideo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-07-2007]
Per la gente comune, Striscia la notizia non è solo una trasmissione Tv, ma è diventata anche una sorta di Tar dei poveri: un giudice gratuito e indipendente, l'unico che possa smascherare bufale e truffe di ogni genere, l'unico che possa insorgere in difesa di consumatori alle prese con le magagne delle imprese e di cittadini oppressi da politici corrotti e da burocrazie inefficienti.
Antonio Ricci per molti è un benefattore dell'umanità e Gabibbo è il suo profeta, ma c'è un aspetto che di solito sfugge. Striscia reagisce con sdegno alle querele che spesso fioccano da parte di chi denuncia la trasmissione per i reati più diversi; Striscia dichiara anche di non sopportare i tentativi di imbrigliare l'informazione e la libertà di satira, ma al contempo sembra non sopportare le critiche, visto che oggi è a sua volta la responsabile di un tentativo di censura.
Telefono Antiplagio, associazione di volontariato, meritevole quanto Striscia in fatto di lotta alle bufale e ai raggiri, rischia di chiudere a causa della richiesta di risarcimento danni di 45.000 euro che gli chiede Mediaset, da pagare entro un termine perentorio di dieci giorni.
Giovanni Panunzio, fondatore e leader di Telefono Antiplagio, raggiunto dalla redazione di Zeus News, ha affermato: "Nel 2002 ho registrato un sito-parodia di Striscia (striscialanotizia.net), ovvero Striscia la nequizia, dove si parlava delle iniquità di Antonio Ricci e delle sue parzialità nei confronti dei ciarlatani e della pubblicità occulta. Avevo riportato anche l'indiscrezione che il Gabibbo, lo scopritore dei "tarocchi" per conto di Striscia, è il "tarocco" per eccellenza, in quanto copiato dalla mascotte americana Big Red".
"Avendo appreso la notizia" prosegue Panunzio "gli americani hanno fatto una causa da 250 milioni di dollari a Mediaset. Subito dopo RTI ha fatto causa a me, chiedendo 50.000 euro di danni perché ho usato il nome striscialanotizia.net".
L'accusa di Panunzio è chiara: "In realtà erano i contenuti, non il nome, a dare fastidio a Mediaset e ad Antonio Ricci: se in quel dominio avessi lodato Striscia, RTI non mi avrebbe mai denunciato. Tant'è vero che quando ho registrato altri due siti a mio nome, striscia.org e striscia.tv, con contenuti analoghi a quelli di striscialanotizia.net, RTI mi ha diffidato, e sono stato costretto a oscurarli.
"Successivamente Antonio Ricci ci ha querelato altre tre volte per diffamazione, sia per la vicenda Gabibbo / Big Red, sia per le parzialità di Striscia con i ciarlatani. Nel frattempo è arrivata un'ingiunzione di RTI che mi intima di versare 45.000 euro entro 10 giorni: lo ha deciso il giudice civile - avrei usato il sito striscialanotizia.net per fare concorrenza a Striscia, in una causa nella quale non mi sono potuto difendere perché non sono stato avvisato dell'udienza".
Striscia ora è in vacanza: sarebbe bello che andasse in vacanza anche questa richiesta di danni che Panunzio non è in grado di pagare e che porterebbe alla fine della sua associazione.
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