Si è conclusa l'8 settembre l'ottava edizione del 'Due Laghi Jazz Festival' di Avigliana, nei pressi di Torino. Dai maestri del jazz una lezione sulla libertà di scelta.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-09-2001]
Giovedì 6 settembre: sul palco del "Due Laghi Jazz Festival" si esibisce un quintetto d'eccezione, guidato da Gianni Basso e Franco Cerri, rispettivamente sassofonista e chitarrista di fama mondiale. Si suona in piazza Conte Rosso, nel centro storico di Avigliana: una ambientazione indovinata, assolutamente suggestiva. L'ingresso, come per tutti i concerti in programma nell'ambito del Festival, è gratuito; forse anche per questo il pubblico, una volta tanto, non è quello delle grandi occasioni. E' particolarmente piacevole vedere qua e là anche bambini, incuriositi, e ragazzi giovanissimi, rapiti; colpisce accorgersi che i passanti vengono catturati dalla suggestione di quella musica e si soffermano, spettatori attenti ed entusiasti.
Il succedersi di grandi classici, come "My funny Valentine" di Richard Rogers e "Don't you know I care" di Duke Ellington, crea un'atmosfera emozionante, quasi magica, e quell'emozione nasce proprio dal vedere Franco Cerri sul palco, sorridente, desideroso di dare il meglio, di coinvolgere il suo pubblico, di dedicarsi alla propria passione, la musica jazz, e offrirla a chi ascolta, nonostante in lui sia certo ancora dolente la profonda ferita lasciata dalla scomparsa prematura di suo figlio Stefano, nel novembre dello scorso anno.
Al termine del concerto i musicisti invitano tutti ad una jam session; "Chi ha voglia di suonare venga con noi" invita Gianni Basso, e lo spettacolo si sposta alle spalle del palco, nel cortile del Palazzo Comunale.
Non solo: la musica, e il jazz in particolare, è la sua vera, grande passione, ed è per lui una gioia avere la possibilità di farla conoscere, per dare a tutti la possibilità di scegliere tra quanto "passa" la stragrande maggioranza delle emittenti radio e tv per la maggior parte del tempo, e una musica diversa, che, senza essere necessariamente migliore, è a sua volta una forma di cultura, alternativa all'omologazione. Per questo Cerri ha esplicitamente apprezzato la semplicità dell'allestimento (niente teatri di lusso, niente abiti da sera, niente mirabolanti effetti di luce, amplificazione contenuta al necessario) e la gratuità dell'ingresso, che ha certamente invogliato molti ad assistere allo spettacolo, magari per semplice curiosità o in alternativa ad una serata altrimenti vuota: la speranza espressa dal musicista è che qualcuno venga effettivamente catturato e scopra di condividere la sua stessa passione.
Insomma, il jazz come alternativa al monopolio "culturale" dei grandi networks (perché, purtroppo, questa è la realtà di fatto) e alfiere della libertà di scelta.
Sarò fissato, ma, guidando verso casa dopo il concerto, pensavo che Linux è un po' come il jazz di Franco Cerri (il quale, spero, non me ne vorrà) ad Avigliana. E' gratis, esiste grazie alla passione di molti, è a disposizione di tutti. Rappresenta un'alternativa al monopolio dei soliti noti e, proprio per questo, ci regala una libertà di scelta che, altrimenti, non avremmo. Può piacere o no, molte sue caratteristiche possono apparire superiori a quelle dei prodotti commerciali e qualche altra forse no, ma è importante che esista, che cresca e, soprattutto, che il suo progredire continui ad essere guidato dalla passione. E' importante che tutti sappiano che c'è, che molti lo provino, che almeno qualcuno decida di non abbandonarlo più. Ed è fondamentale che chi lo desidera abbia la possibilità di dare il proprio contributo, per modesto che sia.
Altrimenti nessuno sarà più libero di scegliere, nè di partecipare. Questo è l'obiettivo di chi denigra e tenta con ogni mezzo di affossare Linux, l'open source e le licenze libere: privarci della possibilità di scegliere, di capire da soli cosa è meglio, senza che nessuno possa imporci un'unica minestra, la sua.
Ben venga Linux, ben vengano altri dieci, cento, mille Linux. Ben venga il jazz.
Linux Jazz, Linux Jazz, da da dum...
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