Lo sviluppo non sostenibile di Vista

Un libro bianco minaccia l'UE: se ostacoli zio Bill, dirai addio a 32 miliardi e a 100.000 posti di lavoro. Facciamo quattro conti e vediamo se è vero.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-09-2006]

Logo Microsoft contro l'ambiente

A sostegno del tour itinerante di cui abbiamo parlato, Microsoft fa uscire il "libro bianco", sugli "effetti economici di Windows Vista".

L'indagine, a firma degli analisti "indipendenti" IDC, promette a sei paesi dell'Unione Europea (Regno Unito, Spagna, Polonia, Germania, Francia e Danimarca) un extra fatturato di 32 miliardi di euro e un incremento dell'occupazione di centomila posti, dovuti al lancio di Windows Vista. Quando sentono un miliardario promettere posti di lavoro, molti italiani fanno gli scongiuri.

Si tratta dell'ultima delle consuete campagne di disinformazione di Redmond, condite da analisti indipendenti. Non a caso, il Linux Journal, parla di "capolavoro del FUD" (Fear Uncertainty and Doubt - paura, incertezza e dubbio).

Lo studio pare in realtà un messaggio trasversale, diretto alla Commissione Europea: ostacolare Vista potrebbe farvi perdere l'occasione di aumentare PIL e posti di lavoro. Con un semplicismo degno di un comiziante politico, IDC disegna un roseo futuro del settore informatico in Europa, naturalmente grazie a Vista.

Il rapporto brilla più per le omissioni, che per i contenuti. Per esempio, non è chiaro chi si accollerà il peso di questi 32 miliardi. La risposta è semplice: noi cittadini. Sia come consumatori, perché saremo costretti a acquistare nuove macchine, sia come aziende, che come contribuenti, perché i nostri enti pubblici dovranno essete tenuti "al passo".

Non si dice che i maggiori beneficiari, ovvero il produttore di software e i produttori di hardware, sono invece locati ben al di fuori dei confini europei. Per cui una buona parte del PIL generato se ne andrà per altri lidi. Saranno in massima parte un ricavo per zio Bill e compagni di merende, e un costo per noi consumatori e contribuenti.

Le considerazioni peggiorano se si affronta il tema del bilancio energetico-ambientale di quello che gli analisti chiamano sinistramente "l'ecosistema Microsoft". Secondo il rapporto, metà dei 32 miliardi sono dovuti all'acquisto di nuovo hardware. Vista richiederà dei mostri, solo per rimanere acceso inattivo.

Computer e macchine elettroniche sono tra gli strumenti più inquinanti che l'uomo abbia creato. Secondo uno studio dell'Università delle Nazioni Unite, ogni PC incide sulla produzione di gas a effetto serra per più di 200 chilogrammi di petrolio equivalente, richiede l'impiego 22 chili di sostanze chimiche, e lo spreco di oltre 1,5 tonnellate d'acqua.

La fabbricazione dei microchip, localizzata in genere in paesi in cui il controllo democratico da parte dei lavoratori è, diciamo, "affievolito", causa molto spesso malformazioni e tumori a lungo termine, per gli addetti alla produzione. Infine, il ritmo di ricambio impressionante di questi apparecchi produce una massa crescente di pericolosa spazzatura elettronica.

Volendo conservare a lungo questo straccio di pianeta, dunque, dovremmo investire su tecnologie pulite, privilegiando il software rispetto all'hardware, la durata rispetto alle prestazioni. La ricetta di zio Bill è quella opposta: far cambiare l'hardware a tutti gli utenti, anche quello perfettamente funzionante, con pochi mesi di vita.

Nei sei paesi oggetto dell'indagine, saranno rottamati 30 milioni di macchine nel solo 2007. Tutto questo significa 6 milioni di tonnellate di petrolio equivalente inutilmente bruciate, 660 mila tonnellate di composti chimici pericolosi, e 45 milioni di metri cubi di acqua sprecati, solo per permettere a 30 milioni di utenti di far girare il sistema operativo. Questa è l'autostrada Microsoft per l'innovazione, il nuovo miracolo europeo.

L'alternativa esiste, ed è quella di migrare a sistemi liberi, come Linux. Ovviamente, le parole "software libero" e "open source" non sono nemmeno menzionate nel libro bianco. L'intera analisi ignora completamente la branca dell'informatica più promettente per crescita e occupazione.

Eppure, se decidessimo di passare al pinguino, potremmo tenerci il nostro PC, e l'incremento di posti di lavoro sarebbe sensibilmente superiore.

Non sarebbero rivenditori e riscossori di licenze a provvigione, ma sviluppatori veri, in grado di aumentare ulteriormente il patrimonio in condivisione.

Aziende, privati cittadini, enti pubblici, nel 2007 dovrebbero porsi di fronte a due possibilità: sbarazzarsi del proprio PC, o di Windows, definitivamente.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 46)

E' stato un piacere ^_^ Leggi tutto
2-1-2007 22:19

ottimo lavoro Leggi tutto
2-1-2007 18:40

scusate... Leggi tutto
2-1-2007 13:47

Sono riuscito a leggerla e già tradotta in italiano è ingarbugliata da comprendere, figuriamoci in inglese!!! Non l'avrei mai letta!!! Comunque è chiaro il concetto!!! :wink: Leggi tutto
1-1-2007 23:19

I costi di Vista che dovremo pagare tutti, ci piaccia o no. Leggi tutto
1-1-2007 12:33

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