[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-06-2025]
Il Tribunale di Frosinone, con la sentenza 346/25 dello scorso 20 giugno, ha ribadito un principio chiave nella gestione delle multe per eccesso di velocità: la sola taratura dell'autovelox non è sufficiente per convalidare una sanzione se manca la prova della verifica periodica del suo funzionamento.
Il caso su cui si è espresso il tribunale riguarda una multa emessa dalla Polizia Municipale di Veroli lungo la superstrada Sora-Frosinone, al chilometro 17+800 in direzione Ferentino. L'automobilista multato, che aveva impugnato il verbale, si era visto respingere il ricorso dal Giudice di Pace; ma il Tribunale ha poi ribaltato la decisione, annullando la sanzione e condannando la Prefettura di Frosinone al pagamento delle spese legali.
Nella sentenza si leggono i motivi della decisione: taratura e verifica di funzionamento sono due procedure distinte e complementari ma entrambe necessarie per garantire la validità delle multe. La taratura deve essere effettuata almeno annualmente secondo il Decreto Ministeriale 282 del 13 giugno 2017 e certifica la precisione dello strumento in condizioni controllate; la verifica di funzionamento accerta che l'autovelox operi correttamente al momento dell'uso. Nel caso esaminato, l'amministrazione aveva dimostrato solo la taratura, senza fornire prove di controlli periodici sul funzionamento: ciò ha reso la sanzione illegittima. Questo principio, confermato anche da precedenti pronunce come quella del Tribunale di Piacenza nel 2024, rafforza l'onere dell'amministrazione di produrre in giudizio certificati che attestino entrambe le procedure.
La decisione si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso la legittimità degli autovelox in Italia, segnato da un "caos normativo" iniziato con una sentenza della Corte di Cassazione del 2024. La Corte ha stabilito che gli autovelox devono essere non solo approvati, ma anche omologati: la distinzione tecnica ha portato all'annullamento di numerose sanzioni e al sequestro di dispositivi non conformi in regioni come Veneto, Emilia-Romagna e Calabria. La sentenza 10505/2024 della Cassazione, per esempio, ha chiarito che l'omologazione richiede una verifica rigorosa della conformità a norme tecniche, mentre l'approvazione è un atto amministrativo meno stringente.
Un ulteriore elemento di complessità è emerso in tempi più recenti con un'altra pronuncia della Cassazione (13997/2025): se il verbale attesta erroneamente l'omologazione dell'autovelox, la multa non viene automaticamente annullata, ma la "vittima" deve sporgere querela. Questa decisione potrebbe moltiplicare i contenziosi, aumentando i costi per gli automobilisti e generando potenziali danni erariali per le amministrazioni, che potrebbero essere chiamate a rimborsare spese legali e sanzioni annullate.
Gli automobilisti che intendono contestare una multa devono verificare attentamente il verbale, che dovrebbe indicare la data dell'ultima taratura e, idealmente, la verifica di funzionamento. Se tali informazioni mancano o se la taratura è stata effettuata oltre un anno prima, è possibile presentare ricorso al Prefetto entro 60 giorni dalla notifica o al Giudice di Pace entro 30 giorni. Tuttavia, è importante ricordare che il pagamento della sanzione preclude la possibilità di impugnazione, rendendo cruciale valutare il verbale prima di procedere. Richiedere l'accesso agli atti per ottenere il certificato di taratura e verifica di funzionamento, inoltre, è un passo consigliato.
La sentenza di Frosinone è stata accolta con favore dalle associazioni dei consumatori, che vedono in essa un passo verso maggiore trasparenza e tutela per gli automobilisti. Tuttavia, il Codacons e altre organizzazioni sottolineano il rischio di perdite economiche per i Comuni, che nel 2023 hanno incassato oltre 1,5 miliardi di euro da multe stradali e che ora, a causa della proliferazione dei ricorsi rischiano di vedere svanire, o quantomeno ridursi in modo significativo, questa fonte di introiti.
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