I gestori dovranno invece appoggiarsi a sistemi “sicuri” e “rispettosi della privacy”.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-05-2025]
L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha recentemente imposto la verifica dell'età degli utenti ai siti per adulti, che hanno tempo fino alla fine dell'anno per adeguarsi. Adesso ha introdotto un nuovo sistema per proteggere i minori dall'accesso a contenuti online inappropriati, come quelli pornografici, con l'approvazione della delibera 96/25/CONS.
Il provvedimento, pubblicato il 12 maggio 2025, fornisce alcune indicazioni tecniche circa le soluzioni che sia possibile adottare per conformarsi all'obbligo. Attuando l'articolo 13-bis del Decreto Caivano (convertito nella legge 159/2023), si stabilisce quindi che entro il 12 novembre 2025 i gestori di siti e piattaforme che distribuiscono contenuti pornografici in Italia dovranno adottare un sistema di verifica dell'età basato su due fasi distinte: l'identificazione dell'utente e la sua autenticazione, entrambe gestite da soggetti terzi indipendenti e certificati.
Questo approccio, definito «tecnologicamente neutrale» da AGCOM, non specifica una tecnologia precisa, ma fissa requisiti chiari come la proporzionalità, la protezione dei dati personali, la sicurezza informatica e l'efficacia nella determinazione dell'età.
Un elemento centrale è il principio del «doppio anonimato», che garantisce che i fornitori di verifica non sappiano quale contenuto l'utente intende visualizzare e che i siti ricevano solo una conferma dell'età senza accedere a dati personali. Questo meccanismo mira a tutelare la privacy degli utenti: un aspetto cruciale in un contesto in cui la raccolta di informazioni sensibili è spesso motivo di preoccupazione.
Un punto di particolare interesse è l'esplicita esclusione dello SPID dai sistemi che è possibile adottare.
Nonostante alcune speculazioni iniziali avessero suggerito che lo SPID potesse essere utilizzato per la verifica dell'età, AGCOM ha chiarito che questo strumento non soddisfa i requisiti tecnici del provvedimento: il problema risiede nel fatto che, durante il processo di autenticazione tramite SPID, la richiesta inviata all'Identity Provider include il nome del dominio del sito visitato e compromette l'anonimato dell'utente.
Inoltre, lo SPID è progettato per identificare l'identità completa di una persona, mentre il sistema di AGCOM richiede solo la conferma della maggiore età senza rivelare dati personali. Questa decisione riflette l'attenzione dell'Autorità alla minimizzazione dei dati, in linea con il GDPR e la Normativa sui Servizi Digitali (DSA). Solleva al tempo stesso alcuni interrogativi sulla praticità di implementare alternative altrettanto accessibili e diffuse.
«Le tre categorie principali di metodi di assicurazione dell'età sono l'autodichiarazione, la verifica dell'età e la stima dell'età» scrive l'AGCOM. La prima non è ammessa; la seconda si basa su soluzioni come documenti digitali, codici certificati o applicazioni dedicate, come l'app IO, che potrebbero generare una "prova dell'età" valida per l'accesso ai contenuti. Tuttavia, la delibera non specifica quali fornitori terzi saranno accreditati per offrire questi servizi, né fornisce un elenco definitivo dei soggetti obbligati a conformarsi, lasciando alcune questioni attuative irrisolte.
La terza categoria, la stima dell'età, «si riferisce ai metodi che stabiliscono che con una certa probabilità un utente abbia una certa età, rientri in una fascia di età o sia superiore o inferiore a una certa età. I metodi di stima dell'età includono l'analisi automatizzata di dati comportamentali e ambientali, confrontando il modo in cui un utente interagisce con un dispositivo o con altri utenti della stessa età, metriche derivate dall'analisi dei movimenti del corpo, il riconoscimento facciale, o l'analisi delle capacità o conoscenze. Nei metodi utilizzati per una stima dell'età rientrano anche quelli effettuati mediante algoritmi e il ricorso a tecnologie basate sull'intelligenza artificiale».
Il documento permette insomma di fare alcuni passi in avanti in vista della soddisfazione dell'obbligo, ma non fornisce ancora tutti i dettagli. Peraltro, l'AGCOM è consapevole del fatto che esistono sistemi anche piuttosto semplici che gli utenti possono adottare per aggirare la verifica, come l'utilizzo di una VPN.
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