Se non potranno metterci sopra le mani, gli Stati Uniti metteranno al bando TikTok.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-03-2024]
Una nuova pagina della guerra fredda in atto è la decisione della Camera USA di togliere TikTok alla Cina. Oggi tutte le grandi piattaforme social, da Facebook a Instagram a X (già Twitter), sono società statunitensi, di diritto USA, con sede negli USA, soggette alle leggi americane (sia dal punto di vista fiscale che per quanto riguarda il copyright) e intrise di cultura americana anche nelle loro policy che spesso esprimono il cosiddetto "politically correct".
Accanto al predominio globale di Amazon nell'e-commerce, di Apple nel campo degli smartphone e di Microsoft nel software, la Rete è praticamente egemonizzata dagli USA in campo industriale, commerciale e culturale.
Fa eccezione solo TikTok, la piattaforma social basata sui video prodotti dagli utenti, che è quella che sembra avere più futuro perché la più popolare fra i teenager; Facebook sembra più che altro il regno dei boomer (o comunque di un'utenza in generale più matura).
TikTok, che è stata multata per 10 milioni di euro dall'Antitrust italiana per scarso controllo sui contenuti pericolosi per i minori, è cinese. Appartiene a una società cinese privata, ma in Cina lo Stato e il Partito Comunista esercitano un forte controllo sull'economia, sulla cultura e sui media, imponendo una sorveglianza capillare dei social occidentali e una censura generalizzata.
Ciò però non ha impedito a TikTok di diventare un social di massa; è poco “politico”, ma certamente è una fonte di dati ricchissima sui cittadini degli USA e dell'Europa occidentale in un contesto in cui l'alleanza della Cina con la Russia e la questione sempre aperta di Taiwan producono nuove tensioni a livello internazionale.
Negli USA, una maggioranza parlamentare bipartisan repubblicani-democratici ha votato un diktat: se la società cinese non venderà ad acquirenti americani il social network entro pochi mesi, TikTok verrà messo al bando in tutti gli stati. Poco importa se Trump - che da presidente aveva lui stesso ventilato questo bando - oggi si dichiari contrario per ragioni di consenso elettorale.
Sarebbe la prima volta che un'azienda cosi importante nel campo della comunicazione viene essere messa al bando negli USA per ragioni politiche. TikTok potrebbe peraltro impugnata la decisione davanti alla Corte Suprema perché essa potrebbe essere considerata contraria a quella libertà di stampa che è stata voluta in costituzione dai padri costituenti statunitensi.
A questo scenario si aggiunge l'interessante legge emanata in questi dal governo della Gran Bretagna, con cui si proibisce la vendita a stranieri di quotidiani online, ed è forse un ulteriore indizio della consonanza di intenti tra Regno Unito e Stati Uniti, divenuti ancora più vicini dopo la Brexit.
Certo l'accusa alla Cina di avere troppo controllo dei dati dei cittadini non si accorda con l'accanimento giudiziario contro Julian Assange che ha documentato quanto poco rispettoso dei dati di politici, giornalisti e imprenditori sia stato il Governo USA.
La decisione degli Stati Uniti sembra più dettata da un nuovo e mai smentito imperialismo economico, politico e culturale americano, che va al di là di chi in questo momento o domani possa guidare questa grande potenza.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
Gladiator