I videogiochi che aiutano la vista

Giocare troppo ai videogame, anziché danneggiare la vista, in alcuni casi può addirittura aiutare a curare determinate patologie.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-05-2012]

videogiochi

E' noto che trascorrere molte ore davanti a un monitor possa compromettere le funzionalità visive.

Ne sono ben consapevoli le maggiori case produttrici di consolle di videogiochi: hanno infatti da tempo implementato un sistema di alert che, a intervalli regolari, interrompe la sessione di gioco per suggerire di fare una pausa o dedicarsi ad altre attività.

Recenti studi effettuati dall'Università della California dimostrano che le persone affette da ambliopia (condizione comunemente nota come "occhio pigro") traggono giovamento dal sottoporsi a sessioni periodiche di videogiochi.

L'ambliopia è una patologia che, a causa di una scorretta elaborazione delle immagini da parte del cervello, induce a un'alterazione della percezione dello spazio con conseguente deficit visivo.

La patologia insorge generalmente in età scolare e, se non vi sono disfunzioni organiche, viene curata mediante il bendaggio dell'occhio sano per facilitare la rieducazione del cosiddetto "occhio pigro". La medesima terapia sugli adulti purtroppo non dà risultati apprezzabili.

L'esperimento condotto dall'Università della California ha coinvolto un gruppo di volontari di un'età compresa fra i quindici e i 61 anni. Suddivisi in due gruppi a seconda della tipologia di videogioco cui dovevano dedicarsi (uno sparatutto, Medal of Honor: Pacific Assault, e un gioco di costruzioni, SimCity Societies), i partecipanti hanno accumulato almeno quaranta ore di gioco in sedute da due ore ciascuna, per un massimo di due sedute al mese.

In entrambi i gruppi l'acuità visiva è migliorata del 30 per cento; è un risultato importante quando inatteso, soprattutto se si considera che il miglioramento riscontrato è quasi il doppio di quello conseguito normalmente con 120 ore di terapia di occlusione dell'occhio.

Non è tutt'ora chiaro il margine di miglioramento possibile, poiché nei partecipanti che hanno superato le quaranta ore di gioco sono stati rilevati ulteriori progressi, sia per quel che concerne la profondità visiva sia nell'ambito della percezione tridimensionale delle immagini.

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