Giovani e studenti sono i più incapaci di riconoscere le bufale

Anche se vivono connessi 24 ore al giorno, non sanno distinguere le notizie vere da quelle inventate.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-11-2016]

studenti bufale web

Di recente, anche a causa dell'interessamento di Mark Zuckerberg alla questione, si è iniziato a parlare un po' ovunque di come le notizie false e perfino inverosimili che circolano sui social network riescano ad farsi ritenere legittime da una notevole massa di persone.

È un fenomeno che chiunque abbia frequentato per un po' Facebook e consimili conosce bene: non solo più la notizia (che a un esame appena un po' approfondito si rivelerebbe chiaramente fasulla) fa leva sul lato emotivo piuttosto che sull'informare i lettori e più la gente ci casca, ma addirittura c'è sempre qualcuno che ritiene saggio ragionare pensando «non so se è vero, ma intanto condivido».

In questo modo bufale e falsità in generale si diffondono alla velocità del suono (o quantomeno del ticchettio dei tasti).

Si potrebbe essere portati a pensare che le generazioni più recenti, che non hanno mai vissuto in un mondo privo di Internet, conoscano meglio i trucchi della comunicazione nel web e pertanto siano meno propense a venir irretite dagli spacciatori di menzogne.

Uno studio condotto dall'Università di Stanford smonta anche questa esile speranza: proprio i più giovani sono facili prede degli inganni.

I risultati della ricerca, di cui dà notizia il Wall Street Journal, sono sconfortanti: l'82% degli studenti della middle school (l'equivalente della nostra scuola secondaria di primo grado) non è in grado di distinguere tra una vera notizia e un "articolo sponsorizzato" pubblicati dal medesimo sito.

Con l'aumentare dell'età la situazione non migliora di molto. Gli adolescenti tendono a ritenere affidabile qualunque notizia sia piena di dettagli e corredata da una foto.

Poco importa il fatto che i dettagli siano incoerenti o palesemente assurdi, o che la fotografia non abbia nulla a che fare con la pretesa notizia: il modo rassicurante e apparentemente professionale in cui è confezionato il tutto non permette loro di dubitare dell'autenticità.

Se due terzi degli studenti della middle school non hanno problemi a fidarsi di un post, scritto da un bancario, che li invita a richiedere l'aiuto di un consulente finanziario, il 40% degli studenti della high school (la scuola superiore) è convinto che la foto di una margherita deformata sia l'evidente testimonianza degli effetti dell'incidente di Fukushima, anche se non ci sono indicazioni sull'origine dell'immagine o sul luogo in cui è stata scattata.

Ciò che sembra essere venuto a mancare è la capacità di discernere criticamente ciò che viene visto, al di là dell'impatto - soprattutto emotivo - che può determinare nel lettore: per questo i ricercatori confidano che le scuole, ma anche i genitori, prendano particolarmente a cuore questo problema e tornino a dotare gli studenti di quegli strumenti indispensabili per navigare nel mare dell'informazione online senza cadere nei tranelli.

Per esempio, si può insegnare che se un post si trova in cima ai risultati offerti da Google non necessariamente ciò significa che sia in tutto e per tutto affidabile, e che ci sono siti e servizi dedicati appositamente allo sbugiardamento delle bufale che varrebbe la pena consultare.

I genitori potrebbero inoltre prendere l'abitudine di parlare con i figli dei fatti del giorno, e fungere così da filtro per le notizie false o inverosimili e aiutare ad acquisire una prospettiva più critica.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita. Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, inserire un commento (anche anonimo) o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA