Intel prepara i chip per Palladium

Lo scetticismo di chi non crede che il sistema di censura di Microsoft vedrà mai la luce va a scontrarsi con un recente annuncio di Intel.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 20-09-2002]

Chi crede che il mio recente articolo sul progetto Palladium di Microsoft sia troppo allarmistico forse dovrà ricredersi.

Capisco lo scetticismo all'idea che in futuro ci venga imposto un computer nel quale non possiamo eseguire i programmi che desideriamo ma soltanto quelli "approvati" da Microsoft, da Hollywood o dalla mega-azienda di turno, ma se non vi fidate di me, le parole di Bruce Schneier che ho già segnalato il mese scorso sono piuttosto convincenti.

Se nonostante tutto sospettate ancora che Palladium e le altre iniziative analoghe (TCPA) siano semplici ipotesi di qualche mente malata che non verranno mai concretizzate, vi farà riflettere forse l'annuncio di Intel del 10 settembre 2002, secondo il quale la sua prossima generazione di chip, quella che succederà al Pentium 4 nella seconda metà del 2003, includerà funzioni antipirateria, denominate LaGrande, che dovrebbero "proteggere gli utenti dagli aggressori informatici e dai virus e offrire a chi produce mediadigitali potenti strumenti per controllare l'uso dei propri prodotti."

Cito dall'articolo: sarà possibile "impedire ai PC che usano LaGrande e la tecnologia software Palladium di Microsoft di copiare CD, inoltrare determinati documenti, o eseguire software privo di licenza". Sì, avete letto bene: "inoltrare determinati documenti". Forse sono paranoico, ma a me suona tanto come un eufemismo per "censura".

Insomma. abbiamo un chip e una data (il 2003). Ancora convinti che Palladium sia un parto del sensazionalismo giornalistico? Convinti che i consumatori sapranno ribellarsi? Considerate l'indifferenza generale (al di fuori della stretta cerchia degli informatici) riguardante i CD musicali anticopia prima di rispondere.

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Paolo Attivissimo

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Commenti all'articolo (2)

Paolo Attivissimo
Come ti obbligo? Facile Leggi tutto
6-12-2002 12:45

Simo
più che un commento... Leggi tutto
6-12-2002 12:27

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No. Gli stessi docenti, in molti casi, non avrebbero la più pallida idea di come utilizzarli. Per non parlare del Ministero che dovrebbe decidere quali programmi si devono o non si devono usare.

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