L'FBI è entrata nell'iPhone del terrorista

Quello nel quale giurava di non poter entrare.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-03-2016]

tactical facepalm

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Perché Apple va contro l'FBI sull'anti terrorismo?

L'FBI ha depositato una dichiarazione legale (altra copia qui) nella quale afferma di essere riuscita ad entrare nell'iPhone del terrorista Syed Farook (vicenda discussa in questi articoli) e quindi rinuncia all'ordine del Dipartimento di Giustizia che imponeva ad Apple di assistere nello scardinamento delle sicurezze del telefonino (e, di conseguenza, di tutti gli iPhone dello stesso tipo al mondo).

Va notato che l'FBI aveva rilasciato una dichiarazione giurata nella quale asseriva invece ripetutamente che la collaborazione di Apple era l'unico modo possibile per accedere ai dati presenti nel telefonino (per esempio: "Apple has the exclusive technical means which would assist the government", p. 3; "the FBI cannot do so without Apple's assistance", p. 5; "the assistance sought can only be provided by Apple", p. 7; "there may be relevant, critical communications and data... that... cannot be accessed by any other means known to either the government or Apple", p. 19).

Non possono essere vere entrambe le dichiarazioni, e questo pone un problemino di credibilità per le prossime volte che l'FBI o il governo statunitense farà affermazioni non supportate da prove.

Edward Snowden ha appunto un commento lapidario: "Giornalisti: per favore ricordate che il governo ha asserito per mesi che questo era impossibile, nonostante il consenso degli esperti."

Non si sa ancora se il telefonino in questione contiene dati significativi per le indagini. Sarebbe assai ironico se, dopo tutto questo can can e dopo aver detto (in sostanza) che accedere a quel telefonino era così importante da giustificare la compromissione della sicurezza di tutti gli iPhone, l'FBI dovesse ammettere che nell'iPhone di Farook non c'è nulla di utile: cosa assai probabile, visto che Farook prese la precauzione di distruggere due altri suoi telefonini ma non questo.

Comunque sia, se l'FBI dispone di un metodo per entrare negli iPhone, conosce una loro vulnerabilità: la rivelerà ad Apple in modo che possa essere risolta, in modo che i criminali non la possano usare e in modo da proteggere i dati dei cittadini onesti e innocenti? In teoria dovrebbe farlo, visto che proprio gli esperti scelti dalla Casa Bianca hanno dichiarato che qualunque decisione di non rivelare una vulnerabilità per scopi di intelligence o di polizia espone gli utenti comuni al rischio che altri usino quella stessa falla e visto che esiste, almeno sulla carta, i Vulnerabilities Equity Process, un processo formale che consente (o impone) la rivelazione di falle di sicurezza informatica scoperte da enti governativi statunitensi. Staremo a vedere.

Molti utenti di iPhone avranno ora il timore di trovarsi con un telefonino vulnerabile, che ha una falla che potrebbe essere usata dai criminali per fare danni, ma occorre tenere presente che il modello di iPhone scardinato dall'FBI è un iPhone 5c, quindi non la versione più recente, che ha un hardware di sicurezza potenziato, e che nei mesi trascorsi dai fatti di sangue di San Bernardino causati da Farook Apple ha rilasciato parecchi aggiornamenti del proprio software rispetto all'iOS 9 dell'iPhone in oggetto.

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Si vocifera che sia coinvolta la società di sicurezza Cellebrite, ma non ci sono prove, ed è possibile che si tratti semplicemente di una diceria (partita dalla stampa israeliana) autopromozionale. Non ci sono dettagli certi sulla tecnica hardware o software utilizzata.

Apple ne esce molto bene, schierandosi dalla parte dei propri clienti e dalla parte dei diritti dei cittadini, che una volta tanto coincidono con gli interessi commerciali. Cosa più importante, Apple (insieme ad altri grandi nomi dell'informatica, alleatisi con lei) è riuscita a evitare che si stabilisse un precedente legale pericolosissimo che l'avrebbe costretta fondamentalmente a scrivere malware per violare gli iPhone dei propri clienti.

Ma la vera questione di fondo è che questa vicenda dimostra che non era affatto necessario indebolire la sicurezza di tutti in nome dell'antiterrorismo, come invece affermavano le autorità statunitensi andando contro il parere unanime degli esperti, e che quindi siamo di fronte all'ennesima puntata del teatrino della sicurezza. Complimenti all'FBI per lo sfoggio d'incompetenza tecnica e per aver minato ulteriormente la fiducia nelle autorità.

Fonti: EFF, The Intercept, Ars Technica.

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Paolo Attivissimo

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Distribuzione libera, purché sia inclusa la presente dicitura.

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 7)

{???}
bah, stavolta non concordo con il buon Zeus e con la vulgata anti-FBI... non mi piace che una corporation si sostituisca al legislatore, non mi piace che per far bella figura con i propri clienti una corporation racconti la balla che i suoi prodotti sono ultrasicuri (ma chi ci crede?!?), non mi piace che in nome del mercato si annulli... Leggi tutto
1-4-2016 18:48

e finalmente lo ammettono, di saper craccare gli Apple; mo' mo' è uscito un altro caso, e non sarà l'ultimo fino a quando la pratica sarà divenuta ovvia quotidianità! :shock:
1-4-2016 12:09

Apple ne è uscita bene??? :shock: Direi che Apple ci ha presi tutti per i fondelli, altro che.
31-3-2016 19:49

Si fa "spionaggio" nel silenzio assoluto, anzi, deviando le piste. Chiunque azzardi ipotesi ... ignora .... ssshhhhh.
31-3-2016 07:32

e invece la Piccola Mela è uscita con le ossa rotte dal confronto con quella maggiore. Sia che alla fine abbia collaborato facendo finta di puntare i piedi (cosa probabile) sia che alla fine sia stata aggirata da una torma di ragazzini brufolosi in combutta con una squadra di quasi sessantenni con problemi di cervicale. Perché se in... Leggi tutto
30-3-2016 04:13

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