Il TAR del Lazio conferma all'Autorità il potere di censurare i siti a propria discrezione.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-04-2017]
Il nostro Paese s'è costruito nel tempo un certo primato per quanto riguarda il numero di siti pirata bloccati: sono ormai centinaia gli indirizzi che dall'Italia non si possono raggiungere (a meno di certi accorgimenti).
Tutta questa attività censoria ha però sempre avuto una decisa opposizione non soltanto da parte di quanti la ritengono ingiusta in sé, ma anche da parte di coloro che ritengono improprie le modalità con cui è applicata.
Perché un sito venga bloccato non è infatti necessario che sia un giudice a ordinarlo, magari dopo un processo in cui si provi che effettivamente quel sito sta violando la legge: è sufficiente che lo decida l'AGCOM.
In diversi hanno provato a opporsi alla norma che concede tanto potere all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ritenendola un'anomalia e cercando di farne riconoscere l'incostituzionalità.
Nel 2015, la Corte Costituzionale ha rimandato la questione al TAR del Lazio, che ora è arrivato a una conclusione: la procedura italiana - sostiene il tribunale - è perfettamente in linea con la legge e le direttive europee, e anche con la Costituzione Italiana.
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Il primo a festeggiare la sentenza è Enzo Mazza, presidente della FIMI: egli la considera «una grande vittoria per i detentori dei diritti» e ora sta valutando come si possano ulteriormente espandere i poteri dell'AGCOM circa il blocco dei contenuti che violano il copyright.
«Il nostro obiettivo futuro» - ha dichiarato Mazza in un'intervista - «è ora di aumentare il potere di AGCOM per coprire le nuove forme di pirateria, come lo streaming live, la registrazione dello streaming e problemi analoghi. Inoltre, speriamo che AGCOM voglia estendere i blocchi a livello di indirizzi IP, come già stanno facendo i tribunali penali».
La questione non è però ancora conclusa. Come ricorda l'avvocato Fulvio Sarzana, un appello è già in corso.
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