Pazienza per la privacy: inizia l'era del ''vibe thinking''.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-08-2025]
Due ex studenti di Harvard, AnhPhu Nguyen e Caine Ardayfio, pensano di aver trovato il prodotto che regalerà loro il successo: Halo X, un paio di occhiali intelligenti «sempre in ascolto». Grazie all'intelligenza artificiale, gli occhiali promettono di rendere gli utenti «super intelligenti non appena li si indossa» registrando, trascrivendo e analizzando ogni conversazione in tempo reale.
Frutto della startup Halo, fondata da Nguyen e Ardayfio e che ha raccolto 1 milione di dollari da investitori come Pillar VC, Soma Capital, Village Global e Morningside Venture, gli occhiali sono venduti a 249 dollari e disponibili per il pre-ordine dal 20 agosto 2025. Si distinguono per la loro capacità di ascoltare continuamente l'ambiente circostante tramite un microfono sempre attivo, trascrivere le conversazioni e fornire informazioni rilevanti in tempo reale tramite un display integrato. Secondo Ardayfio, gli Halo X offrono agli utenti la capacità di avere una «memoria infinita»: non dovendo più fare conto sulla propria, ma su quella degli Halo X, gli utenti possono infatti così accedere a risposte immediate a domande complesse sparate a bruciapelo, come calcoli matematici o informazioni aggiornate. La tecnologia si basa su Google Gemini per il ragionamento e Perplexity per la ricerca web, con il supporto di Soniox per la trascrizione. Gli occhiali non hanno una fotocamera, anche se i fondatori stanno considerando di aggiungerla in futuro.
Il progetto non è privo di precedenti controversi. Nguyen e Ardayfio avevano già attirato l'attenzione sviluppando I-XRAY, un'app di riconoscimento facciale per gli occhiali Ray-Ban di Meta, capace di identificare persone in pochi secondi combinando dati visivi con database online come PimEyes. Questo esperimento aveva dimostrato la facilità con cui la tecnologia indossabile può essere usata per scopi non esattamente altruistici, come il doxing, e aveva sollevato pesanti allarmi sulla privacy. A suo tempo i due avevano sostenuto che il loro obiettivo era evidenziare i rischi della sorveglianza; ma il lancio di Halo X ora sembra spingersi oltre, rendendo la registrazione audio costante una caratteristica centrale. A differenza degli occhiali Ray-Ban Meta, che richiedono l'attivazione manuale per registrare e hanno un indicatore visivo, Halo X non segnala quando il microfono è attivo, aumentando così le preoccupazioni etiche.
Le implicazioni per la privacy sono al centro del dibattito. L'assenza di un indicatore di registrazione rende Halo X potenzialmente molto invasivo, soprattutto in contesti sociali come riunioni o conversazioni private. Il rischio peggiore forse non è tanto la violazione delle norme sulla privacy, quanto la normalizzazione di comportamenti come questo, in cui la maggior parte delle persone gira con addosso apparecchi «sempre in ascolto» e chi non desidera essere registrato non può fare altro che rassegnarsi: ogni interazione si trasforma in un'opportunità di raccolta dati.
Dal punto di vista tecnico, Halo X si affida a uno smartphone per la potenza di calcolo, con un'app che gestisce l'elaborazione dei dati. Questo approccio, simile a quello di altri occhiali intelligenti come quelli di Halliday o Meta, riduce i costi ma limita l'autonomia del dispositivo. L'uso di Gemini per il ragionamento matematico e di Perplexity per la ricerca web consente a Halo X di offrire risposte rapide e contestuali, ma il sistema non è privo di limitazioni. La dipendenza da servizi di terze parti solleva domande sulla proprietà dei dati e sul rischio di fughe di informazioni. Certi studi emersi di recente sembrano dimostrare che l'uso intensivo di strumenti di IA possa ridurre le capacità di pensiero critico: dispositivi come Halo X potrebbero avere effetti cognitivi pericolosi.
Per gli utenti gli Halo X possono rappresentare una promessa allettante: un assistente personale che potenzia la memoria e offre risposte immediate. La registrazione continua senza consenso esplicito potrebbe però violare normative sulla privacy come il GDPR in Europa e creare tensioni sociali in contesti in cui la riservatezza è cruciale. Gli utenti dovrebbero considerare attentamente i rischi, adottando misure come la verifica delle impostazioni di privacy dell'app e limitando l'uso in situazioni sensibili. Nel frattempo Halo deve affrontare la sfida di bilanciare innovazione e responsabilità, offrendo garanzie concrete sulla protezione dei dati. Ardayfio è certo del successo della sua invenzione: il futuro - dice - è del «vibe thinking».
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