Per il CEO di Vivaldi, delegare la navigazione alle IA significa rinunciare alla naturale curiosità umana.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-09-2025]
Jon von Tetzchner, CEO di Vivaldi Technologies, l'azienda che sviluppa il browser Vivaldi, ha recentemente espresso una posizione netta contro l'integrazione di intelligenza artificiale generativa nei browser, una tendenza che vede protagonisti colossi come Google con Gemini su Chrome e Microsoft con Copilot su Edge. La sua critica, pubblicata in un editoriale sul blog ufficiale di Vivaldi, sottolinea come l'AI applicata ai browser rischi di trasformare la navigazione web da un'esperienza attiva, basata su esplorazione e curiosità, a un processo passivo, guidato da algoritmi che decidono per l'utente. I browser AI, automatizzando attività come la prenotazione di ristoranti o la compilazione di moduli, potrebbero ridurre l'utente a un semplice spettatore, privandolo della capacità di esplorare autonomamente il web.
Secondo von Tetzchner, l'automazione spinta rischia di impoverire la diversità del web, soffocando la curiosità umana e favorendo un ecosistema digitale controllato da pochi grandi attori. Ad esempio, le "panoramiche AI" - riassunti automatici di contenuti web - possono ridurre il traffico verso blog e siti indipendenti, danneggiando chi produce contenuti originali. Questo fenomeno è già visibile: uno studio di Ahrefs evidenzia come il 90% dei link forniti da chatbot AI come ChatGPT non appaia nei primi dieci risultati di Google o Bing, suggerendo una selezione opaca delle fonti che potrebbe distorcere l'accesso alle informazioni.
Vivaldi non rifiuta del tutto l'intelligenza artificiale. L'azienda riconosce il valore di alcune applicazioni, come la correzione ortografica intelligente o la traduzione in tempo reale, che amplificano le capacità umane senza sostituirle. Tuttavia Vivaldi critica i modelli generativi (LLM) per la loro tendenza a produrre disinformazione o "allucinazioni" - risposte plausibili ma errate - e per il loro elevato consumo energetico. L'azienda norvegese preferisce esplorare soluzioni di machine learning che rispettino la privacy e non compromettano la trasparenza, evitando di integrare tecnologie che potrebbero raccogliere dati sensibili o manipolare l'esperienza dell'utente.
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